Consulta, Silvana Sciarra presidente
Nel suo primo intervento
un ricordo di Ruth Bader Ginsburg

“La collegialità è ascolto e voglio citare una frase di Ruth Bader Ginsburg: combatti per le cose in cui credi ma fallo in modo da indurre gli altri a unirti a te. La passione di chi combatte si deve trasformare in confronto”. Così Silvana Sciarra, neo presidente della Corte Costituzionale, nel suo primo intervento. Parole significative che richiamano l’impegno dell’ex giudice della Corte suprema Usa, ebrea, attivista e paladina dei diritti scomparsa nel 2020. Un giudice, ha detto, “ma anche una grande donna che ha saputo parlare ai giovani”. Rivolgendosi ai giornalisti nel corso della sua prima conferenza stampa post elezione Sciarra ha richiamato tra gli altri il concetto di sobrietà su cui intende impostare la sua azione. “Dalla sobrietà – ha affermato – l’istituzione prende autorevolezza, trasparenza e indipendenza”. Mentre guardando all’appuntamento elettorale ormai imminente ha commentato: “Ho fiducia nelle istituzioni. Non posso non averla, non posso pensare che se ci fosse una forte maggioranza non ci sarà attenzione al pluralismo”. Questo inoltre il suo pensiero sul rapporto tra diritto europeo e diritto nazionale: “Noi siamo dentro l’ordinamento europeo, rispettiamo e applichiamo le sentenze vincolanti della Corte di giustizia. I valori comuni sono quelli che hanno fatto aderire l’Italia all’Unione europea e vanno rispettati, da questo non si scappa, anche se non in modo acritico”.
La neopresidente rimarrà in carica fino all’11 novembre 2023, quando scadrà il mandato di nove anni di giudice costituzionale. Sciarra, che succede a Giuliano Amato, è stata la prima donna eletta giudice costituzionale dal Parlamento nel 2014. Ed è la seconda chiamata a guidare la Corte dopo Marta Cartabia.
Laureata in Giurisprudenza presso l’Università di Bari, ha iniziato la carriera accademica nello stesso ateneo, per poi proseguire con incarichi presso l’Università di Siena, l’Istituto universitario europeo di Fiesole e l’Università di Firenze. Molte le collaborazioni anche con atenei stranieri, tra cui Harvard, Università della California, Cambridge e Università di Stoccolma, oltre che con la Commissione europea.