Il film di Folman nelle sale italiane
Anna Frank, il Diario segreto
e quel messaggio da recuperare

“Questo progetto mi è stato proposto dalla fondazione Anna Frank di Basilea nel 2013. Io risposi negativamente, perché ritenevo che non vi fosse alcunché da aggiungere a quello che era già stato realizzato. Ad ogni modo, la Fondazione mi dette del tempo per ripensarci. A quel punto, ripresi in mano il diario e devo dire che rimasi colpito dalla qualità della scrittura. Era sorprendente il modo in cui una ragazza così giovane osservasse e descrivesse il mondo degli adulti”.
È nato così Where is Anne Frank, il nuovo film d’animazione del regista israeliano Ari Folman. Dopo il plauso tributatogli dalla critica a Cannes, dove è stato salutato con dieci minuti di applausi, si appresta a fare il suo ingresso in 200 sale italiane. Domani è il grande giorno ed è per questo che Folman si trova a Roma, in Italia, per promuoverne l’uscita. Condividere come e perché sono state effettuate determinate scelte.
“Ho accettato questo progetto a due condizioni”, aveva già spiegato in corso d’opera. “Che ne avrei fatto un film animato per bambini, perché i miei figli non leggerebbero mai un diario di 360 pagine. E che avremmo considerato quello che succede ad Anna dopo la cattura della famiglia nell’alloggio segreto. Era una grande sfida, perché nessuno davvero sa cos’è successo”. La soluzione è stata dunque quella di raccontare la storia dal punto di vista di Kitty, l’amica immaginaria dai capelli rossi.
La scena d’esordio, come anticipato su Pagine Ebraiche, è subito d’impatto: siamo ad Amsterdam, nel futuro, alla casa-museo di Anna Frank affollata di turisti. Come per miracolo l’inchiostro che solca le pagine del Diario vola via, la vetrina va in frantumi e Kitty fugge portando il diario con sé. Partendo da qui Folman, già autore del pluripremiato Valzer con Bashir, disegna una vicenda toccante e di grande impatto visivo che dal passato si slancia nel presente entrando nei suoi nodi più dolorosi. Mentre l’intera città si mobilita alla ricerca del diario rubato Kitty – che non sa cosa ne è stato di loro – vuole trovare Anna e la sorella Margot. Accompagnata da un nuovo amico di nome Peter, si trova così a ripercorrere tratti emblematici della storia, dall’ascesa del nazismo alla Shoah alla vita nell’alloggio segreto, mentre stringe amicizia con alcuni degli individui più poveri ed emarginati di Amsterdam, rifugiati in attesa di essere rimpatriati. Finirà così per capire che il nome di Anna Frank è ovunque, iscritto nelle strade e sugli edifici, ma il suo messaggio è assente. “Anna non ha scritto questo diario per essere venerata”, dirà. “L’importante è fare tutto il possibile per salvare anche una sola anima. Una sola anima”. Il diario, è il messaggio, non è un feticcio a cui inchinarsi né il frutto di un passato ormai lasciato alle spalle. Nelle parole di Anna Frank vibra invece il senso di valori che mai come oggi sono necessari. Illustrato da David Polonsky, il film è girato in parte in stop motion anche grazie a Andy Gent, che disegna le marionette per i film d’animazione di Wes Anderson. Nelle immagini tornano i cani inquietanti che popolavano Valzer con Bashir, i nazisti sono figure buie e terrificanti e la città si anima di dettagli straordinari. Impossibile guardare questo film senza ricordare che la madre di Ari Folman è sopravvissuta ad Auschwitz e si devono a lei, deportata da adolescente, alcuni degli elementi visuali più potenti. Pensato per gli spettatori più giovani, Where is Anne Frank nasce in collaborazione con la fondazione Anne Frank ed è stato sviluppato in partnership con l’Unesco, la Claims Conferenze, la Fondazione per la Memoria della Shoah.