“Sanzioni all’Iran, il mondo
faccia come con Putin”
Si allarga la protesta nelle piazze dell’Iran e nel resto del mondo. Italia compresa. “A Roma – scrive il Corriere – si sfilava cantando Bella Ciao, a Napoli e Piacenza c’erano dei box per la raccolta di ciocche di capelli da consegnare alle ambasciate e ai consolati iraniani in segno di solidarietà”. È la prima volta che una rivolta di popolo in Iran non ha motivazioni politiche. Ma, si ricorda su Repubblica evidenziandone la portata, nasce “dalla rivendicazione delle donne di non essere più oppresse da un regime medioevale che ne annulla diritti e identità”. Per Shirin Ebadi, intervistata dall’Espresso, “i governi occidentali devono sanzionare e boicottare chi uccide e viola i diritti umani in Iran come, per esempio, è stato fatto con i sostenitori di Putin, dopo che ha attaccato l’Ucraina”. Le proprietà delle persone vicine a Putin sono state confiscate e congelate, segnala l’attivista Premio Nobel. Perché, si chiede allora, “non si fa la stessa cosa con i membri del regime iraniano che hanno parecchie proprietà sparse per tutta Europa?”.
Sul domenicale del Sole 24 ore David Bidussa presenta la raccolta di scritti e discorsi di Mussolini dal 1904 al 1945 da lui curata per Feltrinelli. Un libro che fa luce sui “percorsi biografici, culturali, ideologici, politici non solo dei fascisti della ‘prima ora’, dunque non solo di Benito Mussolini in persona, ma di una parte della sua generazione, che con lui costruisce un capitolo della storia italiana del ‘900”; oltre a ciò questo importante lavoro permette di capire “la pervasività e la trasformazione di un regime che diviene totalitarismo; il suo radicamento, la sua durata, le permanenze dopo la sua dissoluzione”.
Alcuni quotidiani segnalano la presa di posizione dell’Anpi, secondo cui l’esito elettorale aprirebbe “una fase piena di pericoli” e sarebbe necessario “un rilancio del movimento democratico e antifascista”. Sul Giornale si invita Giorgia Meloni a sostenere la protesta contro il regime di Teheran: “L’Iran è un’ottima occasione per varare un atlantismo attivo”.
La Stampa racconta l’impegno del network “I am here”, nato con l’obiettivo di travolgere gli hater che imperversano in rete con un’ondata di commenti positivi. La convinzione “è che si possano trasformare i social in agorà virtuali dove domina il dialogo misurato, combattendo il Far West che gronda odio e intolleranza”.
Lo scrittore Daniel Mendelsohn si è aggiudicato il prestigioso premio Malaparte. Il Fatto Quotidiano, tra gli altri, ricorda il suo esordio nella narrativa nel 2006 con Gli scomparsi: “Un viaggio iniziatico nelle viscere dell’Europa orientale alla ricerca di sei familiari ebrei spariti durante la Seconda guerra mondiale”.
Sul QN una intervista a Laura Forti a proposito del suo ultimo libro Una casa in fiamme. Tre le generazioni protagoniste: “I padri usciti dalla guerra quasi rinnegando la memoria, non volendo affrontare i sentimenti connessi alla tragedia. I figli, la generazione di mezzo che vuole affrontare i nodi della tragedia ma ne ha anche paura. Poi l’ultima generazione, i figli dei figli. I più giovani, che vogliono sapere”.
Tra i saggi segnalati dal Sole 24 ore L’epurazione mancata di Antonella Meniconi e Guido Neppi Modona: all’interno un focus sul ruolo della magistratura nell’applicazione delle leggi razziste. E La Shoah oggi nel conflitto delle immagini, a cura di Arturo Mazzarella.
Adam Smulevich
(2 ottobre 2022)