Ebraismo e sostenibilità ambientale,
una mostra per la consapevolezza
Franco Gervasio non è mai un artista banale. Anche quando usa semplicemente i colori su tela, o utilizza la luce più pura dei neon, la sua formazione di regista teatrale ai massimi livelli emerge per spettacolarizzare i soggetti delle sue opere e metterle in relazione con il messaggio che vuole trasmettere. Nel complesso ebraico di Casale Monferrato, che gli ha dedicato la mostra “Fu luce e fu paesaggio”, questa sua capacità è emersa in modo sorprendente. Gervasio ha creato una performance e una esposizione capace di legarsi sia al luogo e alle sue tradizioni, sia al tema che sta guidando questi ultimi mesi della stagione culturale della Comunità ebraica casalese: la sostenibilità.
La piccola folla che ha partecipato all’inaugurazione si è trovata di fronte al portico del Cortile delle Api velato da teli ricoperti di segni. Attraverso di essi le voci e i corpi di Claudio Milano, Cristina Castigliola e dello stesso Franco Gervasio intenti a raccontarci una storia formata dalle tante notizie legate al cambiamento climatico nel suo quotidiano. “È un racconto che sa coniugare la poesia, il linguaggio dell’anima, con le informazioni che servono alla nostra razionalità – commenta Daria Carmi, chiamata a dialogare con gli artisti nel seguito della presentazione – Un testo che unisce elementi di carattere scientifico divulgativo e altri che hanno a che fare con il nostro modo di attraversare l’ambiente”.
Una frase, “Attraversare l’ambiente”, che Gervasio rilegge anche in senso letterale, perché per godersi la performance non resta che inoltrarsi tra quei veli diventando un po’ come alberi di un bosco incantato. Tutto questo mentre riverbera una musica suggestiva e potente composta e cantata (con una straordinaria estensione vocale) dallo stesso Milano. Una salmodia che rievoca la tradizione ebraica e ci fa sentire ancora più parte dello spazio.
“Il rapporto tra franco Gervasio e la Fondazione è di lunga data – continua Daria Carmi nella sua veste di Young Curator della Fondazione Arte, Storia e Cultura Ebraica di Casale Monferrato e del Piemonte Orientale Onlus. – Ma questa mostra è ‘un frutto di stagione’, il tema della sostenibilità è un tema emergenziale, è stato anche al centro delle Giornate Europee della Cultura Ebraica e delle Giornate del Patrimonio la scorsa settimana e continueremo a proporlo perché anche la nostra Comunità è attiva in questo senso”.
Dopo la performance è il momento di visitare la mostra vera e propria, che sarà aperta fino al 27 novembre. In Sala Carmi sono esposti sette paesaggi di luce, tanti quanto i giorni della creazione. Sette opere dove si intrecciano sottili tubi di vetro di Murano, diventati un segno al neon al confine tra la scrittura e l’installazione ambientale. Opere che ci raccontano del patto esistente tra l’Onnipotente e l’essere umano che, al termine della creazione, riceve la custodia dell’opera divina. Un paesaggio che sta solo a noi preservare.
a.a.