Putin e la minaccia nucleare
“Abbiamo chiarito che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve essere mai combattuta, questo è un messaggio che la Nato e gli Alleati della Nato mandano alla Russia”. Nelle parole del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, la sintesi delle preoccupazioni per il possibile utilizzo di armi nucleari da parte di Putin. Preoccupazioni che aprono le prime pagine dei giornali oggi. Intanto, come riporta il Corriere, nove partner della Nato chiedono l’inclusione dell’Ucraina mentre sul terreno i segnali dal campo, come ha notato ieri il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin “sono incoraggianti”, visto che l’esercito ucraino ha appena ripreso il controllo di Lyman, una cittadina nella regione di Donetsk.
Sempre il Corriere racconta di come in Russia stiano assumendo sempre più peso i teorici ultranazionalisti, rafforzati dall’ultimo delirante discorso di Putin contro l’Occidente. Questo ultranazionalismo però, segnala il quotidiano, potrebbe ritorcersi contro il Cremlino di fronte alle sconfitte subite in Ucraina: “Le vecchie accuse di ‘timidezza’ adesso diventano critiche aperte all’esercito e alla leadership russa in Ucraina. – segnala il Corriere – Il Movimento Imperialista ha appena affermato che la Russia ha già perso la ‘guerra delle idee’, perché i suoi soldati non capiscono per quale motivo stanno combattendo”. Il timore è che questo possa portare a una ulteriore escalation e non a un’apertura del dialogo.
Iran, un’italiana tra gli arrestati. Dal Messaggero a Corriere e Repubblica, tutti i quotidiani italiani riferiscono dell’arresto cinque giorni fa in Iran di una ragazza romana, Alessia Piperno, 30 anni. “Sto bene, ma qui ci sono persone che dicono di essere dentro da mesi e senza un motivo, temo di non uscire più, aiutatemi”, le sue parole ai genitori, intervistati dal Messaggero. Sui social il padre, come ricostruiscono i diversi giornali, ha lanciato un appello e raccontato la situazione: “ci siamo subito mossi con la Farnesina, abbiamo chiamato l’Ambasciata italiana a Teheran. Ma ancora non sappiamo niente, neanche il motivo della reclusione”.
Iran, le proteste continuano. Nel mentre le manifestazioni di piazza contro il regime continuano in Iran. “La repressione non è una novità, ma questa volta non torneremo indietro”, afferma la premio Nobel per la pace Shirin Ebadi a La Stampa. “A fare la differenza oggi è la popolazione, arrivata al limite di sopportazione massimo. – aggiunge Ebadi – Ci sono oltre cento città in rivolta e non smobilitano”. Le proteste continuano a Teheran, Isfahan, Shiraz, Saghez, Kerman e Zahedan, a giudicare dai video diffusi nonostante la censura, riporta il Corriere. Tante le iniziative di solidarietà anche in Italia: a Firenze e a Roma, simbolicamente i manifestanti si sono tagliati ciocche di cappelli, come fanno le donne che protestano in Iran. il Giornale, nelle pagine milanesi, intervista Davide Romano, ex assessore della Comunità ebraica locale, che ha partecipato a quella organizzata nel capoluogo lombardo.
Inediti di Antonio Debenedetti. A un anno dalla morte del grande scrittore, la moglie Paola Frandini ha svelato un immenso patrimonio letterario mai pubblicato: 110 racconti e una settantina di poesie. Molti racconti, spiega Frandini a Repubblica, “sono di argomento ebraico” e legati al padre, il celebre critico Giacomo Debenedetti – autore del noto testo 16 ottobre 1943. “Tra le carte, ho trovato un’autointervista sul padre. – afferma Frandini – Comincia facendo sua la frase della Lettera al padre di Kafka: ‘avevo paura di te’. Poi, la ‘paura’ fa posto a sentimenti complessi e diversi, fino a provare pena per l’uomo Giacomo. Il coraggio e la fermezza di Giacomo contro la paura delle leggi razziali, contro l’emarginazione, contro il dover rinunciare al proprio nome e dover però mantenere immutato il suo stile, per non allarmare i figli ancora piccoli. Insomma: vincere il dolore con la volontà”.
Brasile al voto. Il nome del nuovo presidente del Brasile si deciderà il prossimo 30 ottobre. Nel voto di ieri i due maggiori candidati, il presidente uscente Jair Bolsonaro, di estrema destra, e l’ex presidente di sinistra Lula non hanno superato la soglia del 50 per cento necessaria per affermarsi al primo turno. Lula però ci è andato vicino, ottenendo il 48,39 delle preferenze contro il 43,23 di Bolsonaro.
Rosetta Loy (1931-2022). “Indagatrice della memoria”, “l’autrice che amava la storia e la realtà”, così Stampa e Repubblica celebrano la scrittrice Rosetta Loy, morta a Roma a 91 anni. “Nei suoi romanzi e racconti – scrive Repubblica – Loy ha ripercorso più volte lo stesso tratto di storia italiana: la stagione che più ha segnato la generazione dei nati nei Trenta, un’infanzia coincisa col periodo più brutale del fascismo – le leggi razziali, la guerra – , un’adolescenza che somiglia alla speranza incerta di un Paese di macerie appena liberato”. Uno dei suoi libri più noti si intitola La parola ebreo (Einaudi) in cui “una ragazzina, la stessa Rosetta, narra la vergogna delle leggi razziali. – spiega La Stampa – Nel racconto si intrecciano documenti storici e ricordi familiari: quando nel 1938 venne emanata la legislazione antisemita nessuno della sua famiglia ebbe il coraggio di chiedersi dove fossero finiti i vicini di casa o la bimba con cui Rosetta”.
Daniel Reichel