Il piano della Farnesina

La foto di Alessia Piperno, la ragazza romana incarcerata in Iran, su molte prime pagine. Qualche titolo: “La Farnesina e gli 007: si punta sull’espulsione per riportarla a casa” (Corriere); “Alessia, la ragazza con la motocicletta e la telefonata disperata dal carcere” (Repubblica); “Alessia, simbolo del coraggio contro i regimi psicopatici” (La Stampa); “Italiana arrestata in Iran, si muove la Farnesina” (Sole 24 ore); “Alla libreria dei Piperno aspettando una chiamata” (Messaggero); “L’arresto di Alessia Piperno sposta la crisi dell’Iran in occidente” (Domani). “Forza Alessia, ma che follia il compleanno a Teheran” (Libero). 
“Credo che chiunque abbia un figlio possa capirmi: siamo molto preoccupati per la sorte di Alessia, ho ancora nelle orecchie la sua voce rotta dal pianto che disperata mi chiede aiuto perché l’hanno arrestata”, racconta il padre Alberto alla Stampa. “Ogni volta che squilla il telefono spero che arrivi una buona notizia. Ma ancora niente”. Con Repubblica commenta la sua scelta di rendere pubblica la vicenda in un post su Facebook. “Ho sbagliato a mettere quel post”, dice l’uomo. “C’è la diplomazia che si sta muovendo, qualsiasi notizia ci arriva dalla Farnesina e dall’ambasciata italiana a Teheran”.  Per il Corriere “la strada più breve per riportare presto a casa Alessia Piperno passa per un provvedimento di espulsione”. Una ipotesi su cui “batteranno diplomazia e intelligence quando riusciranno a stabilire un contatto con le autorità iraniane”. Nelle scorse ore la Guida suprema Ali Khamenei ha lanciato un nuovo anatema, accusando Usa e Israele di aver aizzato le proteste. Come riporta il Giornale, si tratta dei “suoi primi commenti pubblici” sui fatti delle ultime settimane.

Presentate in Senato alcune iniziative per fare memoria del 9 ottobre 1982. Nell’occasione è stato annunciato che Mattarella sarà in sinagoga per l’anniversario. “Una parte del risarcimento che il nostro Paese deve alla Comunità degli italiani di religione ebraica”, si legge sul Corriere Roma. Proseguono intanto le indagini. Tra gli obiettivi quello di accertare “se l’azione alla sinagoga sia stata messa in atto dalla stessa mano che due mesi prima, al ristorante ebraico Jo Goldenberg a Parigi, uccise sei persone” (Messaggero). 

Così Alessandro Orsini nell’analizzare la situazione ucraina sul Fatto Quotidiano: “Israele vinse la guerra e prese i territori altrui. Non si è mai visto nemmeno uno Stato sconfitto minacciare la disintegrazione dello Stato vincitore con la bomba atomica. In sintesi, se l’Ucraina avesse vinto la guerra contro la Russia dovrebbe essere nella condizione, almeno potenziale, di sottrarle una parte del territorio nazionale”. 

“Meloni e i Fratelli d’Italia sono perfettamente in scia e coerenti con la svolta di Fiuggi che trasformò l’Msi in An”. È l’opinione espressa da Gianfranco Fini in un incontro alla Stampa Estera. Il messaggio, scrive La Stampa, “è stato senza equivoci: la cesura netta di 28 anni fa ha fatto scuola, è stata sincera ed è duratura”.

Decima puntata delle Cronache della marcia su Roma su Repubblica. Il racconto di un colpo di Stato “dispiegatosi per mesi, strisciante, lungo tutto il drammatico 1922 in una lunga e continua eccezione democratica”.

Il 3 novembre Liliana Segre riceverà il Premio Wiesenthal dalle mani del presidente del Parlamento austriaco. La decisione “è stata presa a Vienna l’11 maggio scorso dal Fondo nazionale della Repubblica per le vittime del nazionalsocialismo” (Repubblica Milano).

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(4 ottobre 2022)