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Identità ebraica, domande e risposte

Come si può definire l’ebraismo? Un’etnia? Una fede religiosa? Una cultura?
Interrogativi cui si propone di rispondere un libretto di recente diffusione: “Domande frequenti nel ghetto di Venezia”. Pubblicato dall’editore Scalamata con finalità divulgative, si caratterizza per il pregio dell’immediatezza e della chiarezza. E per un riuscito connubio tra parola scritta e immagine. Allietano l’occhio, infatti, le illustrazioni dell’artista Michal Meron. Un colorato affresco che va al cuore di alcuni momenti salienti di identità e ritualità ebraico-veneziana.
“Ci sono molte curiosità che s’affollano intorno al ghetto e ne connotano la storia. Così come sono molte le domande che le persone pongono sulla cultura, la storia e la religione ebraica, e sulle cause dell’antisemitismo” riconosce Alon Baker, l’editore. Da qui l’idea di provare a offrire qualche risposta al pubblico.
Un libretto semplice ma prezioso. Come rileva Dario Calimani, il presidente della Comunità ebraica, è significativo che “questa piccola ma grande opera di Alon Baker e Michal Meron, tesa a sfatare errori e pregiudizi sul popolo ebraico e a spiegare piccole verità troppo spesso sconosciute perché date per scontate”, veda la luce a Venezia. E in particolare in quel ghetto “che per gli ebrei è stato luogo di segregazione e, al tempo stesso, luogo illuminato di vita e di cultura”.
Stimolare la consapevolezza, combattere il pregiudizio. Un impegno imperativo, evidenzia Calimani, “per restituire la giusta prospettiva alla storia e alla realtà, per far sì che a prevalere sia il rispetto e la comprensione tra le persone, anziché la diffidenza e il sospetto, l’avversione, la malevolenza e l’odio”. Un impegno imperativo, inoltre, affinché tra gli uomini “prevalga lo spirito di umanità”.
Nel libro ci si sofferma anche sul “ghetto oggi”: i suoi luoghi, le strutture e i servizi che vi sono offerti. Dal centro culturale ebraico al museo, passando da una kosher guest house, da un ristorante fresco d’inaugurazione e da un panificio.
E poi, naturalmente, le cinque sinagoghe, il più rilevante complesso sinagogale al mondo d’epoca rinascimentale, di cui due in funzione permanente. Uno dei gioielli della Venezia ebraica. Un patrimonio di tutta la città.