Non ieri, non oggi, forse domani
“Fare cultura politica nell’Italia che verrà. Dialogo tra voci diverse per un immaginario comune” è il titolo di una interessantissima serata organizzata dalla Comunità ebraica di Torino e dalla Fondazione Vittorio Dan Segre.
Impossibile riassumere in poche righe gli interventi ricchi di spunti e suggestioni di Gad Lerner, Gabriele Segre (Direttore della Fondazione Vittorio Dan Segre) e Federico Morello (Vicepresidente di ELSA Torino – European Law Students Association): convivenza, impegno, lontananza dei giovani dalla politica e della politica dai giovani, tribalismo, individuo e comunità, come creare nuovi immaginari collettivi, e molto altro. Impossibile, a maggior ragione, aggiungere un commento personale. Mi limiterò – come si dice scherzosamente sia un costume ebraico – a rispondere alle numerose domande che sono state poste durante l’incontro, implicitamente ed esplicitamente, con qualche domanda ulteriore che mi sono posta nel corso della serata.
Quando abbiamo votato un partito che ci convinceva pienamente, senza riserve di alcun genere?
Quando abbiamo constatato che tutte le persone intorno a noi votavano con cognizione di causa e pienamente informate sulle posizioni e le proposte di tutti i partiti?
Quando nelle scuole gli studenti sono stati educati seriamente alla politica?
Quando i giovani sono stati tutti politicizzati?
Quando i giovani politicizzati non sono stati una minoranza?
È vero che queste elezioni hanno visto la più bassa percentuale di votanti nella storia repubblicana, e che l’astensione è stata alta soprattutto tra i giovani, tuttavia credo che non sia utile idealizzare il passato più del necessario. Perché se ciò che non ci piace oggi non ci piaceva del tutto neppure ieri, c’è la possibilità che possa piacerci almeno un po’ di più domani, o, se non altro, dopodomani.
Anna Segre