Le religioni e la sfida della pace:
il Gran Rabbino di Francia
in dialogo con Mattarella e Macron

Il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia tra le voci del mondo religioso che apriranno “Il grido della pace”, il grande incontro internazionale organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a Roma (23-25 ottobre). Un’iniziativa che nasce, ha spiegato il suo presidente Marco Impagliazzo, per “mettere in relazione mondi diversi e aiutare i mondi religiosi ad ‘uscire’ e incontrarsi con le realtà di sofferenza di questo nostro mondo”.
Rav Korsia interverrà nel corso di una plenaria inaugurale assieme tra gli altri al Presidente italiano Sergio Mattarella, a quello francese Emmanuel Macron e a quello del Niger Mohamed Bazoum. Con loro anche il fondatore di Sant’Egidio Andrea Riccardi, il presidente della Conferenza episcopale italiana Matteo Zuppi, il segretario della Lega mondiale islamica Muhammad bin Abdul Karim Issa e un giovane testimone della tragedia della guerra in Ucraina. Numerosi i rabbini protagonisti dell’iniziativa di Sant’Egidio, la cui conclusione vedrà papa Bergoglio e gli altri leader religiosi raccogliersi davanti al Colosseo per un momento comune di riflessione. Rav David Rosen, direttore del board del centro per il dialogo KAICIID, si confronterà tra gli altri sul tema del cambiamento climatico (“Madre Terra: un solo pianeta, una sola umanità”) e su ferite e prospettive del Mediterraneo (“Mediterraneo, il mare plurale”); rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, sulla tutela delle persone più fragili (“Chi salva una vita salva il mondo intero”); rav Jaron Engelmayer, rabbino capo di Vienna, sull’importanza della preghiera; rav Benedetto Carucci Viterbi, del Collegio Rabbinico Italiano, sulla parola di Dio; il rabbino tedesco Shmuel Aharon Brodman sul ruolo delle religioni; rav Oded Wiener, del Gran Rabbinato d’Israele, sulla sfida di “vivere insieme”; rav Pinchas Goldschmidt, il presidente della Conferenza dei rabbini europei, sulla responsabilità delle religioni nella crisi della globalizzazione. Dal palco di Sant’Egidio, lo scorso anno, rimarcava: “Nel cercare fonti di saggezza e consiglio, ricorriamo alla Genesi, l’inizio degli inizi, quando insita nella creazione dell’uomo fu la quasi immediata situazione di conflitto e odio. Nel richiamare la storia dei primi due fratelli, Caino e Abele, la Torah ci trasmette la storia di un conflitto religioso tra due che cercavano di costruire ciascuno un rapporto esclusivo con Dio, provocando un conflitto, culminato nell’assassinio e nell’esilio. È anche la storia dell’umanità e della nostra civiltà che, lungo i millenni, ha fatto la guerra per portare la ‘vera’ fede agli altri”. Necessario quindi incontrarsi, parlare, confrontarsi. E coltivare, nelle parole del rav Goldschmidt, “la nostra interdipendenza e comunanza umana”.