Memoria viva, ricordando Nedo

“Da mio padre ho ricevuto un dono: la Memoria come ragionamento, l’invito a guardare il mondo e a impegnarsi di conseguenza”. Così l’ex parlamentare Emanuele Fiano nel soffermarsi sull’eredità morale del padre Nedo, uno dei primi Testimoni della Shoah italiani a parlare.
Scelta che il figlio ripercorre in un libro (Il profumo di mio padre, ed. Piemme) già molto apprezzato dalla critica e ora vincitore di un nuovo riconoscimento: il premio per la letteratura conferito dal cenacolo internazionale VerbumlandiArt. Al centro storia di un uomo che, malgrado traumi inestinguibili, ha saputo ricostruire e donarsi. “Nedo, con le sue ferite inguaribili e comuni a tutti noi sopravvissuti, è stato nonostante tutto l’incarnazione stessa dell’ottimismo della volontà, del volercela fare a dispetto di ogni tragedia e avversità”, scrive Liliana Segre nella prefazione. Il premio è stato consegnato da Pierluigi Congedo, solicitor della Supreme Court di Londra, docente LUISS di diritto privato europeo e ideatore del Giardino della Memoria di Nardò creato in memoria di Ottfried Weisz. La famiglia di Weisz, è stato evidenziato, fu deportata da Milano ad Auschwitz il 7 febbraio 1944. Nelle stesse ore in cui Nedo Fiano era arrestato nella sua Firenze.