“Rav Vittorio, morà Rossana:
l’anima dell’ebraismo romano”

Quella tra il rav Vittorio Haim Della Rocca e Rossana Piattelli è stata un’unione straordinaria. Un sodalizio fortunato partendo “dalla loro complementarità caratteriale, dalla condivisione di ideali e valori e da una forte passione affettiva reciproca, cementata da rispetto sia personale che dei propri interessi individuali” scriveva Jonatan, uno dei figli, a poche settimane dalla scomparsa di entrambi. Rabbino, lui, insegnante, lei: protagonisti insieme di un pezzo di storia della Roma ebraica dal dopoguerra ad oggi. A ricordarli, di nuovo insieme, una targa affissa stamane all’interno della scuola ebraica.
Un messaggio alle nuove generazioni nel segno di quella continuità cui, agendo con perseveranza, si sono dedicati assiduamente. “Fin dal nome – spiegava il rav nella sua autobiografia ‘Chiedi a tuo padre e te lo dirà’ – io e Rossana abbiamo deciso insieme tutto ciò che ha riguardato i nostri figli, la loro crescita ed educazione. Abbiamo cercato di inculcare loro il valore del rispetto, dell’amicizia, il senso profondo di appartenenza a una comunità, attenti a che riconoscessero l’importanza dello studio e delle buone letture, senza rinunciare a qualche svago”. Attraverso i figli, sottolineava ancora, “ha potuto ulteriormente cementarsi l’affetto, la stima e il rispetto tra me e mia moglie, insieme alla capacità di condividere tanto i momenti felici quanto quelli difficili”.
Un’umanità speciale richiamata negli interventi che hanno caratterizzato l’evento odierno. A prendere la parola per primo, con alcune parole di Torah, è stato il rav Roberto Della Rocca (il primogenito della coppia). Mentre nel cortile della scuola, in un successivo momento, sono intervenuti il rabbino capo rav Riccardo Di Segni, la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, Jonatan Della Rocca e la preside dell’istituto Milena Pavoncello. Il “Morè” e la “Morà”: una memoria indelebile. Due figure, le parole del rav Di Segni, “che sono l’anima di questa Comunità e che ci fanno continuare con speranza e sorriso”. La cerimonia si è aperta sulle note di Giulio Cesare di Antonello Venditti, una delle canzoni preferite del rav Della Rocca.