Senato, Liliana Segre presidente per un giorno
Inizia in queste ore la XIX legislatura della Repubblica. Primo atto formale, l’elezione dei presidenti delle due Camere. Alla senatrice a vita e Testimone della Shoah Liliana Segre spetterà, per questioni di anzianità, di guidare la prima seduta al Senato, che porterà poi all’elezione del nuovo presidente. “A volte accadono cose che uno proprio non si aspetta – ha detto Segre a riguardo – Sono emozionata, ma tranquilla”. Su La Stampa Paolo Colonnello sottolinea come il ruolo di Segre sarà al centro dell’attenzione politica. La senatrice a vita si “è imposta finora il silenzio di chi oggi avrà il compito di aprire la seduta del Senato con un discorso che, c’è da giurarci, sarà probabilmente il più seguito della giornata. Ispirato dall’articolo 3 della Costituzione, sull’uguaglianza tra i cittadini. Un discorso – scrive Colonnello – meditato a lungo, soppesato e riletto per non ‘essere colta impreparata’, lucidamente consapevole dell’eccezionalità del momento, della svolta ‘a destra’ del Paese, della guerra angosciante che si svolge alle porte dell’Europa, della crisi climatica, della battaglia delle donne iraniane”. Sempre su La Stampa, in prima pagina, Concita De Gregorio mette a confronto la storia di Segre e quella del probabile prossimo presidente del Senato, Ignazio La Russa. Dovrebbe infatti essere lui, scrivono i quotidiani, ad essere eletto oggi alla seconda carica dello Stato. De Gregorio così descrive il passaggio di consegne a Palazzo Madama tra Segre e La Russa: “lei vittima dell’Olocausto nazifascista, lui collezionista di memorabilia del Duce che non celebra il 25 aprile – data della Liberazione dal nazifascismo medesimo”.
Possibili ministri. In attesa di sapere chi saranno i presidente di Camera (si parla del leghista Riccardo Molinari) e Senato (La Russa), continua il lavoro della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni per formare la squadra di governo. I diversi quotidiani, da Corriere a Repubblica, parlano di divisioni interne tra Meloni, Berlusconi e Salvini su alcuni ministeri.
Il ministro del Patrimonio e i Memoriali riparatori. Intervistato dal Corriere, Vittorio Sgarbi si propone come “ministro del Patrimonio”. Nel colloquio con Aldo Cazzullo, Sgarbi sostiene che all’epoca del governo Berlusconi del 2001 “mezza Europa” guardava con preoccupazione all’esecutivo italiano e “gridava al fascismo”. “Occorreva un gesto di conciliazione”. E quale fu?, chiede Cazzullo. “Il grande museo della civiltà ebraica di Ferrara. – la replica di Sgarbi, parlando del Meis – Approvato all’unanimità dal Parlamento, primo firmatario Franceschini. Ora la Meloni dovrebbe fare la stessa cosa”. Cioè?, l’interrogativo di Cazzullo. “L’errore fatale del fascismo furono le leggi razziali. – la tesi di Sgarbi – Di nuovo governo dovrebbe erigere memoriali nei luoghi delle storiche comunità ebraiche spazzate via dalla deportazione: Pitigliano, Livorno, il ghetto di Venezia, Casale Monferrato”.
Possibili mediazioni. In Kazakistan si vedranno oggi Erdogan e Putin. Mosca si aspetta che il presidente turco arrivi con una proposta di mediazione e cessate il fuoco rispetto all’aggressione russa in Ucraina. “Se ci dovessero essere contatti (tra Russia e Ucraina), questi avranno luogo sul territorio turco”, ha detto il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov. Intanto, raccontano i quotidiani, il presidente Biden frena sull’idea di un possibile faccia a faccia con Putin al prossimo G20. “La macchina Usa, militare e delle sanzioni, marcia a pieno ritmo. – scrive La Stampa – Il segretario del Pentagon Austin ha detto infatti che la guerra scavallerà l’inverno e per questo serve alzare il livello del sostegno a Kiev”.
Violenze in Cisgiordania. Un soldato israeliano, Ido Baroukh, 21 anni, è morto ieri in seguito alle ferite riportate in uno scontro a fuoco con alcuni terroristi palestinesi nei pressi dell’insediamento di Shavei Shomron, nel nord della Cisgiordania. Lo segnala oggi Libero, che nella stessa pagina riferisce della partecipazione, a fine ottobre, di Alessandro Di Battista ad un convegno a Milano organizzato dall’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese (Abspp). “Dibba star al convegno anti Israele”, titola Libero riferendo nell’articolo che “i vertici dell’Abspp sono stati indagati per associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico nei primi anni 2000 nell’ambito dell’inchiesta ‘Collette del terrore’ della Procura di Genova”.
Le Pen e la politica italiana. La leader dell’ultradestra francese Marine Le Pen, intervistata dal Corriere, afferma che la vittoria di Meloni e della destra in Italia è il segnale che “l’equilibrio europeo si sta spostando sulle Nazioni”. Le Pen, sconfitta due volte da Macron, dice inoltre di valutare un eventuale ricandidatura alle presidenziali. Rispetto ai suoi legami con l’Italia, spiega la “Lega è certamente il partito al quale siamo più vicini, politicamente e affettivamente. Siamo fedeli nelle amicizie e nelle alleanrze, non le rimettiamo in discussione in funzione di risultati elettorali che in politica, e in particolare in quella italiana diciamolo, possono cambiare rapidamente. Detto questo, siamo mille volte più vicini alla visione di Meloni che a quella di Draghi”.
Daniel Reichel