Verso gli Stati generali / 2
Educazione ebraica,
la sfida della formazione

La costruzione di ogni identità è l’esito di un passato che non è solo individuale, ma anche collettivo. Frutto di una dinamica culturale tra saperi e valori, si definisce in ragione di conoscenze ed esperienze legate al presente. Informazioni, stimoli, temi e suggerimenti l’arricchiscono e incidono sul ragionamento, sui giudizi, sulle decisioni, sulle scelte. L’acquisizione del sapere – in ragione, naturalmente, dell’età dei soggetti interessati e del loro sviluppo emotivo – è legata all’identità stessa e dipende da percorsi di istruzione e a relazioni formali e informali di varia natura.
La memoria, in tale percorso, gioca una particolare funzione: consente un’autodefinizione di sé, dalla forma più elementare a quelle più complesse dell’avere una rappresentazione della propria comunità, della società, del mondo e della vita. La memoria, di fatto, è legata al valore attribuito agli eventi più o meno significativi vissuti. Questi possono aver avuto un carattere di “istantanee o incisioni”, immagini che svaniscono con il passare del tempo e segni profondamente tracciati e significativi nel modo di osservare, analizzare, giudicare la realtà. L’elaborazione del passato, la ricostruzione dello stesso, la memoria collettiva e individuale si configura, non a caso, come materia di confronto e, a volte, di conflitto per la definizione di progetti e di modelli di società. La scuola – luogo di sintesi della complessità del reale – ha un ruolo fondamentale nell’accompagnare tale evoluzione, favorendo la comprensione dei rapidi mutamenti in atto.
In ambito ebraico, tale ruolo educativo è stato sempre prioritario, nella salvaguardia di una Tradizione e di un legame con Israele. Oggi, essa è più complesso per l’estensione dei temi che si trova ad affrontare. Al di là delle competenze informatiche, ampiamente enfatizzate, due elementi di contenuto hanno una rilevanza crescente: quello delle competenze sociali, nelle loro implicazioni storiche ed economiche, e quello dei riferimenti etici su cui fondare la propria appartenenza a una comunità e a una collettività nazionale con cui si condividono diritti e doveri della cittadinanza.
Da ciò, tra l’altro, l’importanza di una formazione comune degli insegnanti di tutte le materie, ebraiche e non ebraiche, per una progettazione coerente e condivisa, nel rispetto delle specifiche competenze disciplinari.
(Immagine: Fondazione scuola ebraica di Milano)
Saul Meghnagi, pedagogista e Consigliere UCEI