“Italia parte dell’Alleanza atlantica,
linea chiara e inequivocabile”

Le aperture dei principali quotidiani italiani sono dedicate all’audio – diffuso dall’agenzia LaPresse – di una riunione di Forza Italia in cui si sente il leader del partito Silvio Berlusconi attribuire la responsabilità della guerra con la Russia al presidente ucraino Zelensky. Il Corriere della Sera parla di “audio choc” e riporta la replica della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “Intendo guidare un governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo”. Il primo passo per la costituzione del nuovo esecutivo a guida Meloni inizia oggi con il via alle consultazioni con il Capo dello Stato Sergio Mattarella. La coalizione di destra, vincitrice delle elezioni, scrivono tra gli altri Massimo Franco e Antonio Polito sul Corriere, ci arriva però segnata dalle divisioni e dalle parole di Berlusconi sull’Ucraina.

Quali aiuti a Kiev. Diversi quotidiani si soffermano sulle affermazioni del ministro della Difesa israeliano Benny Gantz che, in un incontro con alcuni ambasciatori europei, ha confermato il sostegno d’Israele all’Ucraina attraverso aiuti umanitari e ribadito che il paese non invierà armi a Kiev. “Continueremo a sostenere e a stare con l’Occidente, ma non forniremo sistemi d’arma a causa di considerazioni operative. Abbiamo però chiesto agli ucraini di condividere informazioni sulle loro esigenze e ci siamo offerti di aiutare a sviluppare un sistema di allarme rapido salvavita”, le parole di Gantz (Giornale, Avvenire e Sole 24 Ore). In particolare l’aiuto potrebbe concentrarsi sul contrasto ai droni iraniani, forniti dal regime di Teheran a Mosca e usati dai russi contro la popolazione ucraina. L’invio di queste armi a Putin, racconta il Sole 24 Ore, ha generato la reazione dell’Ue che ha raggiunto un accordo per imporre nuove sanzioni all’Iran. Sul terreno del conflitto invece, la preoccupazione è concentrata sull’annuncio di Putin dell’imposizione su Kherson, Zaporizhzhia, Luhansk e Donetsk – le quattro provincie ucraine annesse dalla Russia – della legge marziale.

Le proteste interne all’Iran. Da Teheran intanto, racconta il Corriere, l’ayatollah Khamenei ha lodato “l’efficacia dei suoi droni” ma deve fare i conti con le proteste interne che non si spengono. “Dopo le ragazze, la rivolta anti-hijab coinvolge tutte le generazioni”, scrive La Stampa, riportando la storia di Gouhar Eshghi, madre di un dissidente ucciso nel 2012 e che, a ottant’anni, ha deciso di togliersi simbolicamente il velo e scoprire i capelli. “Protestate contro chi uccide in nome della religione”, l’appello della donna in un video (Repubblica).

Diplomazia al lavoro. In attesa della formazione del nuovo governo italiano, Libero racconta che Antonio Tajani, indicato come possibile nuovo ministro degli Esteri, “già si muove come titolare della Farnesina. O quantomeno tesse (e mantiene) rapporti delicati. Ieri mattina, ad esempio, l’ex vicepresidente del Partito popolare europeo è stato ricevuto dall’ambasciatore israeliano Alon Bar”, scrive il quotidiano. Tajani, nell’occasione, ha sottolineato come Israele “rappresenti la sola democrazia del Medioriente, la cui sicurezza va tutelata cooperando contro il terrorismo internazionale, arginando la minaccia del regime iraniano, sostenendo gli Accordi di Abramo e condannando ogni forma di antisemitismo, specialmente quello che prova a mascherarsi dietro l’odio verso Israele e il suo popolo”. L’incontro, si legge, è servito anche per ribadire la “reciproca volontà di rafforzare la cooperazione bilaterale” in settori come “energia, cybersicurezza, turismo, emergenza idrica, cambiamenti climatici e spazio”.

Una Pietra per Bruno De Benedetti. L’undicesima pietra d’inciampo a Genova sarà collocata in via Mameli, nel centro della città, davanti alla casa di Bruno De Benedetti, pediatra, ebreo, assassinato a Kaufering il 31 dicembre 1944, dopo otto mesi di reclusione nel campo di Fossoli. A raccontarlo sulle pagine genovesi, Repubblica, spiegando come sia stato il nipote di De Benedetti, l’avvocato Filippo Biolé, a ricostruirne la storia.

I pericoli per la Memoria. Durante una lezione tenuta alla Casina dei Vallati di Roma, la storica Dina Porat, docente all’Università di Tel Aviv, ha messo in luce, riporta oggi Repubblica, come la minaccia alla Memoria della Shoah “non arrivi più da chi la nega, ma da chi ne edulcora la storia, che sia per ricavarne una versione più digeribile o per includere se stessi tra le vittime”.

I colori di Tel Aviv. “Per qualcuno Tel Aviv è solo una bolla, un’isola a parte, ma la speranza è che sia invece un’avanguardia, capace di espandersi anche nel resto del Paese”. È l’auspicio, riportato dal Messaggero, della regista Giovanna Gagliardo, autrice del documentario Good Morning Tel Aviv che sarà presentato oggi alla Casa del Cinema di Roma. Sempre nella capitale, per il Festival del Cinema, è stato proiettato in anteprima “The Fabelmans” il nuovo film di Steven Spielberg. “Applausi per una storia autobiografica tra difficile adolescenza e inizio del sogno”, la sintesi sempre del Messaggero. Nell’articolo si sostiene che il regista americano avrebbe rinunciato a girare il film dedicato al rapimento di Edgardo Mortara.

Musica e attualità. Alla vigilia di un tour in Italia, il musicista inglese Steve Hackett, storico chitarrista dei Genesis, è protagonista di un’ampia intervista con La Stampa.Nel colloquio si parla anche di politica e Hackett si dice preoccupato dal nazionalismo “pericoloso per il progresso dell’Europa. Credo nello scambio multiculturale, la mia famiglia di parte ebrea – le sue parole così riportate da La Stampa – arrivò dall’est alla fine del diciottesimo secolo, ci mise tempo ad essere ammessa. L’Inghilterra è estremamente multiculturale, molto aperta: non penso che l’identità di nessuno venga compromessa, da noi ci sono ristoranti di tutti i paesi, francesi, ungheresi, cinesi, italiani, tutto viene inglobato senza traumi. C’è così tanta storia, c’è tanta informazione e la gente sembra ignara”.

Segnalibro. Repubblica pubblica la prefazione firmata da papa Bergoglio per il nuovo libro della Testimone della Shoah Edith Bruck, Sono Francesco (La nave di Teseo), frutto dell’incontro tra i due nel febbraio 2021. Domani invece presenta un brano dal saggio di Valerio Magrelli, poeta e critico letterario, intitolato Proust e Céline. La mente e l’odio (Einaudi Stile libero). “Credo – spiega Magrelli – che l’odio provato da Céline per Proust sia tale da valere almeno il doppio. È un odio che, da solo, basta per tutti e due, un odio attraverso il quale comprendiamo l’opera del primo come quella del secondo. È un odio viscerale e insieme epistemico, non tanto emotivo, quanto conoscitivo, capace di guidarci verso la verità di due poetiche intimamente, inesorabilmente antagoniste. Del resto, come avrebbe potuto essere diversamente: figlio di piccoli commercianti, cattolico oltre che antisemita, solitario e omofobo il primo; altoborghese, ebreo, mondano e omosessuale il secondo”.

Il premio ritirato. La fondazione Thomson Reuters ha annullato l’assegnazione del premio Kurt Schork Award a Shatha Hammad, giornalista palestinese freelance attiva in Cisgiordania, dopo che sono emerse alcune sue dichiarazioni antisemite. Lo racconta oggi Libero.

Daniel Reichel