Siracusa, un mikveh unico per la città

A Siracusa esiste un mikveh – bagno rituale ebraico – riconosciuto come tale dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e ora parte di un itinerario culturale europeo. Ha una storia antica ed è stato scoperto oltre trent’anni fa dalla marchesa Amalia Danieli Di Bagni mentre ristrutturava il proprio residence in via Allagona 52. Qui, una ventina di metri sotto terra, trova posto questa secolare quanto nascosta testimonianza della presenza ebraica in città. Un sito che secondo gli esperti è tra i bagni rituali più antichi d’Europa. “È anche l’unico riconosciuto secondo i dati in possesso del rabbinato italiano” ribadisce a Pagine Ebraiche il vicepresidente UCEI Giulio Disegni, referente per il Meridione. Assieme a una delegazione, Disegni ha incontrato l’arcivescovo Francesco Lomanto per mettere un punto su una polemica emersa localmente. “C’è chi sostiene che ci sia un mikveh sotto la Chiesa di San Filippo Apostolo, ma così non è. Abbiamo spiegato, con l’aiuto del rabbino capo di Napoli Cesare Moscati, competente per territorio, all’arcivescovo che quel luogo non ha le caratteristiche per essere un sito ebraico. Si tratta di un pozzo realizzato sotto una chiesa, come emerge dalla documentazione storica e archivistica”.
Ad evitare ulteriori confusioni da metà ottobre il mikveh di via Allagona 52 può contare sulla targa apposta dall’AEPJ, l’Associazione Europea per la valorizzazione e la conservazione del patrimonio ebraico. Un’iniziativa con cui il luogo entra ufficialmente a far parte degli itinerari culturali del Consiglio d’Europa. “L’AEPJ è fiera di inaugurare una targa in un posto molto speciale – le parole del presidente François Moïse – e il nostro ringraziamento va ad Amalia Danieli di Bagni per aver preservato e curato questo tesoro. Questo mikveh è testimonianza di una presenza storica degli ebrei nell’isola di Ortigia”.
“Siracusa – ha aggiunto Moïse, affiancato da una rappresentanza del Consiglio direttivo dell’AEPJ – fu una della prime città della Sicilia orientale ad accogliere gli ebrei. Ma, tristemente, fu anche la città che li espulse nel tardo 1492 a causa dell’Inquisizione spagnola”.
Per spiegare al grande pubblico quale sia il patrimonio ebraico in città – e quale no – è stato organizzato anche un convegno intitolato “I tesori della Siracusa ebraica”, in corso nel “Salone Paolo Borsellino” di Palazzo Vermexio. Ad intervenire il rabbino capo Moscati, l’archeologo israeliano Dan Bahat, l’architetto David Cassuto ed Amalia Danieli Di Bagni. “Vogliamo spiegare con chiarezza la storia e i luoghi della Siracusa ebraica” dice a Pagine Ebraiche Nicolò Bucaria, autore di diversi scritti scientifici sul legame tra ebraismo e Sicilia e moderatore del convegno organizzato dall’Associazione Siracusa III Millennio, dalla Società Dante Alighieri di Gerusalemme e di Siracusa e dalla casa editrice Austeria. “Il passo successivo sarà costruire proprio nell’edificio dove si trova il mikveh un polo culturale ebraico per valorizzare e far conoscere il patrimonio storico di Siracusa”, afferma Bucaria. E rispetto al bagno rituale ebraico, Disegni aggiunge che si profila “un lavoro di coordinamento con la proprietà per far diventare il sito un presidio dell’ebraismo italiano”.
Un progetto di ampio respiro di cui fanno parte la targa svelata di recente così come l’inaugurazione della libreria judaica “Austeria”, in via della Giudecca, e la presentazione alla stampa del lavoro di restauro delle lapidi ebraiche di Vigna Cassia e dalla nascita dei “Quaderni della Siracusa III Millennio”.
Come ha evidenziato Moïse è necessario, per tutelare il passato ebraico della città, “unire gli sforzi nel salvaguardare questo tesoro unico, questa eredità che è ebraica ma che appartiene a tutti gli abitanti, all’isola: questo è quello che dobbiamo e che vogliamo trasmettere alle prossime generazioni”.