“Patrimonio culturale ebraico,
verso un anno di grandi sfide”

Impegno programmatico e realizzativo dei programmi pluriennali in corso. Avvio di nuove progettualità. Questi i due fronti sui quali si concentrerà il lavoro della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia nei prossimi mesi. Direttrici “entrambe importanti per un anno che si annuncia intenso dopo la piena ripresa delle attività nel 2022”. Così il presidente Dario Disegni a margine di una riunione del Consiglio dell’ente deputato alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale ebraico svoltasi a Livorno.
La scelta è stata di ripristinare “quella che, prima dell’avvento della pandemia, era diventata una consuetudine: organizzare almeno una riunione di Consiglio all’anno in una sede e città diversa da quella istituzionale”. Un’occasione anche per un confronto con dirigenza e iscritti della Comunità che ha prodotto ulteriori stimoli. Circolazione di idee, rafforzamento di un canale di cooperazione stretto. È essenziale, dice Disegni, che questi incontri avvengano. E che la Fondazione possa lasciare un segno. Valorizzando ad esempio “il recupero di un bene culturale in corso di definizione” la cui esecuzione è stata affidata all’architetto Renzo Funaro. La riunione è avvenuta a ridosso di un anniversario: i 60 anni dall’inaugurazione della nuova sinagoga, sorta nella stessa area di quella seicentesca che fu per secoli una delle più belle d’Europa per poi subire ferite irreversibili nel corso del secondo conflitto mondiale. “La Livorno ebraica – ricorda Disegni – è oggi custode di un patrimonio di grande valore. Si pensi a quel che è possibile trovare alla Yeshiva Marini. Testimonianze, anche cartacee, che puntiamo a far conoscere nell’ambito del progetto di catalogazione I-tal-ya Books che vede la Fondazione accanto a UCEI, Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, Biblioteca Nazionale di Israele e Rothschild Foundation Hanadiv Europe”. In questo senso “l’obiettivo è di dare una accelerata, con l’auspicio di poter presentare i risultati nell’ottobre del prossimo anno”. Una data non casuale visto che in quel periodo andrà a svolgersi un convegno internazionale “di assoluto spessore” nel duecentesimo anniversario dalla nascita di Elia Benamozegh. Rabbino, esegeta e intellettuale tra i più importanti nella gloriosa storia dell’ebraismo livornese.
Il 2023 vedrà varie sfide all’orizzonte. In questo quadro, ha rimarcato Disegni, un’attenzione particolare sarà dedicata al rilancio del Centro Bibliografico UCEI affidato di recente alle cure della Fondazione. La valutazione del suo presidente è che i primi mesi di gestione del centro abbiano fatto registrare rilevanti cambi di passo rispetto al passato, anche attraverso “l’insediamento di un autorevole comitato scientifico e la creazione di uno staff limitato nelle dimensioni ma molto professionale e sinceramente appassionato”. Di pari passo proseguirà il lavoro per la catalogazione del patrimonio. “La creazione del portale dove tutti i beni catalogati saranno consultabili è certamente un risultato di grande rilevanza”, osserva Disegni soffermandosi su uno degli ultimi traguardi raggiunti. In generale la promozione del patrimonio sta anch’essa avanzando positivamente “grazie al sito e al crescente investimento sui social per stimolare un turismo culturale di qualità”. Il 2023, prosegue Disegni, dovrà anche registrare “un importante avanzamento nel progetto di restauro e valorizzazione del cimitero di Valdirose in vista del fondamentale appuntamento di Nova Gorica e Gorizia quali Capitali Europee della Cultura 2025”. Più ravvicinata nel tempo una mostra su sinagoghe e cimiteri ebraici “che verrà realizzata al Meis”. A curare “questa straordinaria e inedita esposizione” l’architetto Andrea Morpurgo, affiancato in ciò dal direttore del museo rav Amedeo Spagnoletto e dalla curatrice Sharon Reichel. Convegni, seminari, assegnazione di borse di ricerca a giovani studiosi “completeranno il quadro della variegata attività in programma”. Saranno inoltre intensificati, conclude Disegni, “i contatti con le Comunità ebraiche, al cui servizio la Fondazione si pone”.