Il nuovo governo Meloni
Le immagini del giuramento del governo guidato da Giorgia Meloni aprono i quotidiani di oggi. In mattinata la leader di Fratelli d’Italia prenderà le consegne dal Presidente del Consiglio uscente Mario Draghi. E i quotidiani analizzano quali sono le sfide del nuovo esecutivo. “Con Giorgia Meloni – scrive ad esempio Maurizio Molinari, direttore di Repubblica – l’Italia ha la prima donna premier della storia repubblicana e di fronte a lei vi sono ora tre sfide molto diverse ma altrettanto cruciali che si impongono: l’emergenza delle diseguaglianze; il pericolo delle autocrazie; l’unificazione della memoria nazionale sul fascismo”. Su quest’ultimo punto Molinari scrive: “Se Fini parlò di fascismo come ‘male assoluto’ partendo dalla condanna delle Leggi Razziali del 1938, il passo che resta da fare per Meloni – che condivise quella scelta – è di estendere la condanna “assoluta” alla dittatura fascista dal 1922 al 1938”.
Il Corriere racconta invece i primi colloqui avuti da Meloni con i vertici europei e scrive che in un giorno la nuova Premier “smentisce la narrazione sovranista e colloca il suo governo nell’alveo atlantista ed europeista”.
Le congratulazioni per il suo incarico, ricorda il Messaggero, sono arrivate da tutto il mondo: dal presidente Usa Biden alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, con cui Meloni ha parlato al telefono. Ma anche dall’ungherese Orban e dal polacco Morawiecki. Da Israele il Premier ad interim Yair Lapid, sottolinea il quotidiano, ha auspicato “di lavorare presto insieme per rafforzare i legami tra Gerusalemme e Roma così come in ambito internazionale, inclusi gli organismi internazionali, e in tutto ciò che riguarda la lotta all’antisemitismo, l’Europa e il Medio Oriente”.
Parlando delle priorità del governo, Repubblica rileva che la più pressante è il caro-energia: “i soldi disponibili saranno dirottati su quel capitolo, sperando in un aiuto della Ue”, riporta il quotidiano.
Israele verso le elezioni. Il Primo novembre si vota in Israele e i due grandi sfidanti sono Netanyahu e Lapid. Il primo, ricordano alcuni giornali oggi, è in vantaggio nei sondaggi: il suo partito, il Likud, è dato a 31 seggi contro i 24 di Yesh Atid di Lapid. Nessuno però dei due sembra poter contare su una coalizione in grado di raggiungere la maggioranza di 61 seggi. “A questo punto i casi sono tre. – segnala Avvenire – O un paio di paio di parlamentari decideranno di muoversi da un blocco verso l’altro in modo da fargli avere la maggioranza necessaria. O, come suggerito dal Presidente Isacc Herzog, si formerà un esecutivo di unità nazionale tra i partiti maggiori, che meglio rappresentano l’elettorato israeliano. Oppure si tornerà alle urne. Per la sesta volta”. Ad essere decisivo potrebbe essere l’affluenza nel settore arabo. In questo quadro di incertezza politica, ricorda L’Espresso, i dati economici del paese continuano ad essere ottimo, con una crescita che quest’anno dovrebbe attestarsi al 5,7 per cento. Il settimanale sottolinea inoltre le diverse posizioni di Lapid e Netanyahu sull’Ucraina: il primo si è chiaramente esposto a favore di Kiev ed è stato più duro con Mosca, il secondo, dopo aver costruito un equilibrio con Putin per ragioni di sicurezza, si è dimostrato più cauto.
Cina, il terzo mandato di Xi Jinping. “Tutto come previsto. Il presidente Xi Jinping si è assicurato un inedito e storico terzo mandato alla guida del Partito comunista cinese”, scrive il Corriere della Sera annunciando la conferma di Xi Jinping alla guida della Cina. Per Repubblica in mano al presidente cinese c’è ora “il potere assoluto”.
Pregiudizi. Nella sua rubrica domenicale sul Fatto Quotidiano Antonio Spadaro, direttore della rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica, cita la parabola del fariseo e del pubblicano reiterando i pregiudizi contro i farisei, accusati di “arrogante pretesa di fedeltà alla Legge” e “presunzione che divide il mondo in classi di merito”.
Parlare ai bambini. Dall’aggressione russa all’Ucraina al riscaldamento globale, sul Corriere La Lettura lo studioso israeliano Yuval Noah Harari racconta la sua esperienza nello spiegare ai più piccoli i grandi eventi della storia e dell’attualità. “È fondamentale parlare del lato oscuro della storia”, scrive Harari, ma evitando di traumatizzare i bambini. “Un principio-guida è astenersi da descrizioni esplicite degli orrori fino a che l’ascoltatore non sia abbastanza maturo da poterle affrontare. Invece quando si parla di calamità e ingiustizie è meglio porre l’accento sulla capacità di reazione: per quanto le cose possano essere terribili, di solito le persone riescono ad agire per cambiarle e migliorarle”.
Testimone. Su l’Espresso Wlodek Goldkorn riflette sul significato della parola Testimone in particolare in riferimento alla Shoah. E richiama il ruolo pubblico che ha assunto una Testimone in particolare, la senatrice a vita Liliana Segre. “Ha saputo trasformare la Testimonianza, da un racconto, per quanto importante, in un messaggio di etica universale. Nelle sue parole, pregne, nonostante tutto, dell’amore per la vita, c’è urgenza di capacità di giudizio e quindi l’urgenza del Bene. Quando parla, – scrive Goldkorn – interpella la coscienza non di ‘tutti’ ma di ognuno e ognuna di noi, perché parla dei diritti, che sono universali o non sono”.
Sul grande schermo. Si apre oggi alla Casa del Cinema di Roma la seconda edizione della rassegna “La Shoah nel cinema italiano”. Come segnalano i quotidiani nelle pagine locali, ad aprire la manifestazione promossa dalla Fondazione Museo della Shoah, la proiezione del film La finestra di fronte (2003) di Ferzan Ozpetek. A Milano a prendere il via sarà invece la quindicesima edizione della Rassegna Nuovo Cinema Ebraico e israeliano organizzata dalla Fondazione Cdec e di scena al Cinema Arlecchino.
Segnalibro. Tra i protagonisti dell’ultimo libro del giornalista Mario Calabresi, La vita a rischio, c’è anche il Testimone della Shoah Sami Modiano, come riporta oggi La Stampa presentando il volume. “Sami – si legge – mantiene tuttora con chi passa da Rodi l’impegno di raccontare la storia di una comunità che non c’è più, cancellata in un giorno, quel giorno: ‘Ho giurato – le parole di Modiano, sopravvissuto ad Auschwitz – davanti alle cinque camere a gas di Birkenau che non li avrei dimenticati’”. Sul Giornale invece si parla della biografia che Blake Bailey ha dedicato a Philip Roth: “un ritratto a tutto tondo di colui che si definiva ‘il più grande scrittore americano vivente’”.
Daniel Reichel