“Memoriale della Shoah di Milano,
porte aperte alle scuole”  

Mostre, presentazioni di libri, conferenze, incontri. È entrato nel vivo il programma del Memoriale della Shoah di Milano che prosegue nel suo lavoro di didattica della Memoria rivolto a scuole e cittadinanza. “Abbiamo di recente inaugurato nei nostri spazi la mostra ‘1938, vite spezzate’ di Marcello Pezzetti e Sara Berger: un’esposizione importante, che racconta il segno delle leggi razziste”, racconta il presidente della Fondazione della Shoah di Milano, Roberto Jarach. L’esposizione, realizzata dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma, ricostruisce – attraverso immagini, disegni, documenti dell’epoca – l’impatto sulla quotidianità di migliaia di ebrei italiani delle leggi promulgate dal fascismo nel 1938. Ci sono ad esempio le vicende di Alba e Lia Finzi che, con le leggi antiebraiche, persero il diritto di andare a scuola. Un mondo, quello scolastico, a cui oggi il Memoriale presta molta della sua attenzione. “Prima della pandemia siamo arrivati ad ospitare attorno ai 45mila studenti e il nostro obiettivo è ripartire e rendere sempre più centrale nei piani educativi delle scuole la visita al Memoriale”, sottolinea Jarach. “Dopo quasi due anni di inattività, lo sforzo è quello di rafforzare il lavoro sul territorio”. Da qui l’idea di lanciare il progetto Mem-out, iniziativa che segue un percorso inverso rispetto a quello classico del Memoriale. “Siamo noi che andiamo nelle scuoleper costruire un primo contatto con studenti e insegnanti e facciamo un lavoro di preparazione alla visita. In questo modo – evidenzia Jarach – possiamo dialogare con più classi contemporaneamente nei loro spazi e avere un impatto più ampio”. Per sostenere il progetto, aggiunge il presidente del Memoriale, è stata avviata una campagna di crowdfunding in collaborazione con il Comune di Milano. “È un crowfunding classico, senza limite di donazione, quindi ogni cifra, dalla più piccola alla più grande, è importante. C’è un budget che dobbiamo raggiungere: una volta arrivati alla cifra, possiamo sbloccare il contributo del Comune di Milano che finanzierà così l’iniziativa con ulteriori fondi”. La scelta di questa strada, sottolinea ancora Jarach, nasce anche dall’idea spesso ribadita che “il Memoriale è di tutti i cittadini. E quindi a loro, secondo le proprie possibilità, chiediamo un aiuto e partecipazione”.