“Difendere la vita, priorità assoluta”
Dai flussi migratori al cambiamento climatico, dalla minaccia della guerra al progetto di un Mediterraneo plurale. Sono alcuni dei focus previsti dalla Comunità di Sant’Egidio ne “Il grido della pace”, conferenza internazionale in svolgimento a Roma. Dopo la sessione inaugurale con l’intervento tra gli altri del Gran Rabbino di Francia rav Haim Korsia hanno preso il via, in queste ore, una serie di approfondimenti tematici. Uno dei quali incentrato sul valore della vita. L’idea affermata a monte è che ogni generazione “è chiamata a ritrovare le energie e i modi per convivere” e che una pace duratura, dopo un conflitto, non sia possibile “senza riconciliazione profonda e riconoscimento dell’altro”. A esporre una prospettiva ebraica sul tema il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni. “La vita è prioritaria rispetto a qualunque altra cosa, anche l’osservanza dello Shabbat. Bisogna fare di tutto, anche se alla persona che abbiamo davanti restano pochi minuti da vivere” ha osservato il rav, citando le fonti da cui si traggono questi insegnamenti. Al centro valori come “ricchezza della diversità, forza della debolezza, preziosità perenne della vita, di qualunque vita”. Riferendosi alla stretta attualità di questi mesi il rav ha poi sostenuto: “Dobbiamo opporci alla retorica del ‘Siamo tutti russi’ o ‘Siamo tutti ucraini’, ma ricercare verità e spirito critico. Rispetto alle persone che si ammazzano da una parte e dall’altra noi dobbiamo proclamarci per la vita e per la giustizia”. A prendere la parola nel medesimo panel, moderato da Mario Marazziti di Sant’Egidio, anche Grégoire Ahongbonon (scrittore e fondatore dell’associazione Saint Camille de Lellis – Benin); Muhammad Abdul Khabir Azad (Grande imam della moschea di Lahore – Pakistan); Donatella Di Cesare (Università Sapienza – Roma); Magid Noorjehan Abdul (responsabile clinico del programma Dream in Mozambico); il teologo cattolico Armand Puig I Tàrrech.