Meloni-Macron, incontro a Roma
Il passaggio di consegne a Palazzo Chigi, la prima riunione del Consiglio dei ministri, l’interlocuzione con Emmanuel Macron. Questi i tre momenti che più hanno caratterizzato l’insediamento del nuovo governo guidato da Giorgia Meloni.
“Meloni-Macron, prime intese”, titola tra gli altri il Corriere. Altre prime pagine dai quotidiani: “Meloni, a lezione d’Europa” (Repubblica); “Meloni, priorità a price cap e caro bollette” (Il Sole 24 Ore); “Meloni sfida i gufi” (Giornale). Nei rapporti tra Italia e Francia, in particolare, sarebbe in atto quello che La Stampa definisce un tentativo di disgelo. Si legge al riguardo: “In quella faglia che separa gli europeisti dai progressisti la premier italiana e il presidente francese si trovano sui lati opposti della frattura che scuote l’Unione”. Ciò nonostante, i due leader sarebbero “costretti” a questo avvicinamento reciproco. L’incontro è avvenuto al termine della sessione inaugurale del meeting “Il grido della pace”, organizzato a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio. Tra i suoi protagonisti lo stesso Macron, il Presidente Mattarella e il Gran Rabbino di Francia Korsia. Migliaia le persone in sala “per far rivivere lo spirito di Assisi” (Repubblica).
Un parere sul nuovo esecutivo è stato richiesto ieri a Liliana Segre, ospite del programma Rai Che tempo che fa. “Sarebbe facile trovare 45 motivi per i quali essere preoccupata, ma da laica come sono vorrei stare a vedere. Troppo facile giudicare a priori. Voglio combattere dentro di me quei pregiudizi che hanno sconvolto molte vite e voglio essere una spettatrice serena” le sue parole, riportate da vari media. Nel corso dell’intervista la senatrice a vita ha anche espresso i suoi timori per il futuro della Memoria.
Ha perso un occhio e l’uso di una mano lo scrittore Salman Rushdie, accoltellato in agosto da un fondamentalista islamico. A rivelarlo è stato il suo agente, in una intervista con El Pais in occasione della fiera del libro di Francoforte. L’attentatore, ricorda Repubblica, “è un musulmano sciita, nato in California da una famiglia originaria del Libano, ed era andato apposta a Chautauqua per colpire Rushdie”.
Su Repubblica alcune “cartoline” dall’Ucraina di Bernard-Henry Levy. Accanto alle forze ucraine, racconta, “sudamericani tatuati, anglosassoni con la bandana, francesi di periferia, centroeuropei che amano l’heavy metal con un fisico da motociclisti”. Una “torre di Babele” formata da “32 nazionalità in tuta mimetica”.
Si avvicina l’appuntamento con le elezioni israeliane. Sul Fatto Quotidiano, nel parlarne, si accusa l’ex premier Netanyahu di aver fatto di Israele “uno Stato di apartheid”.
Adam Smulevich
(24 ottobre 2022)