“Rav Finzi, bentornato a Torino”

La Comunità ebraica di Torino, con le istituzioni civili, politiche e religiose del territorio, si è riunita per festeggiare insieme, nella Sinagoga Grande, il nuovo rabbino capo della città, rav Ariel Finzi. Da inizio settembre il torinese rav Finzi ha infatti preso il testimone da rav Ariel Di Porto, ritornando così nella comunità in cui è nato e cresciuto. “Una chiusura del cerchio”, il suo commento guardando il pubblico riunitosi per l’occasione in Piazzetta Primo Levi. Poi una riflessione sul futuro dell’ebraismo torinese e non solo, segnato dalla questione demografica. “Si tratta di una crisi cruciale – l’analisi del rav – che richiede una nostra presa di coscienza, una visione e soprattutto la creazione di un modello educativo mirato ad instillare nei giovani (laici e religiosi) la volontà di mantenere viva la Comunità e la loro stessa millenaria catena ebraica familiare e personale, ma soprattutto a riflettere sulla propria identità ebraica”. L’impegno, ha ribadito Finzi, è quello di rafforzare il legame tra i singoli e l’ebraismo, così come quello interno alla comunità e il rapporto con il territorio. Anche perché “credo che il mondo abbia ancora molto bisogno del popolo ebraico e che il popolo ebraico a sua volta abbia bisogno anche dell’ebraismo torinese e della sua storia”. A sottolineare il significato simbolico del ritorno di Finzi a Torino, dopo aver ricoperto il ruolo di rabbino capo di Napoli, il presidente della Comunità Dario Disegni. “È il primo torinese a rivestire l’incarico di rabbino capo della città da oltre un secolo, succedendo a personalità di altissimo profilo che si sono avvicendate nel corso degli anni passati”.
Personalità richiamate anche nel corso della giornata di studi organizzata in onore del rav dalla Comunità e dalla Scuola Rabbinica Margulies-Disegni. “Domande halakhiche nel mondo moderno”, il tema con al centro le riflessioni di rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma; rav Alberto Somekh; rav Ariel Di Porto; rav Luciano Caro, rabbino capo di Ferrara; rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova; rav Umberto Piperno; e dello stesso rav Finzi. Un tema, ha rilevato la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni nel suo messaggio di saluto, che è al centro della Comunità ebraica. E vede “un rabbino essere referente di conoscenza e di saggezza per le domande che le nostre vite fanno sorgere e che dobbiamo avere il coraggio e la capacità di porre”.
“Rav Finzi – le parole della Presidente UCEI – oggi assieme ai più alti Maestri e rabanim italiani, domani più intimamente con la Comunità di Torino, saprà offrire risposte. Rappresenta in questo senso un punto di riferimento come lo era per Napoli”.
Durante il suo insediamento, a cui ha preso parte il presidente dell’Assemblea dei rabbini d’Italia rav Alfonso Arbib, Finzi ha guardato anche al futuro e all’importanza di essere consapevoli del significato di essere ebrei.
“È importante per ognuno di noi comprendere, nell’era della comunicazione, quale sia ancora il ruolo del popolo ebraico e perché le nostre tradizioni plurimillenarie siano ancora oggi vitali e abbiano in sé la forza di contribuire a fare di questo nostro mondo un mondo migliore”.