Bologna ricorda Emilio Campos
“Uomo di scienza, cultura, istituzioni”

Autorità internazionale nel campo dell’oftalmologia, Emilio Campos è stato l’artefice di una intensa attività di ricerca documentata da oltre 500 pubblicazioni. A un anno dalla scomparsa, a ricordarne “l’eredità intellettuale e morale” un convegno promosso dalla Società Medica Chirurgica di Bologna con il patrocinio dell’Università e della Comunità ebraica locale.
Svoltasi presso il Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà, l’iniziativa è stata dedicata a Campos in quanto uomo “di scienza, cultura e istituzioni”. Tra gli argomenti trattati il curriculum accademico e background, la rilevanza scientifica delle ricerche, l’impegno nella promozione di conoscenza e saperi. Oltre al lascito del suo mandato da presidente della Fondazione Museo ebraico (2002-2014). Un lasso di tempo significativo durante il quale, è stato evidenziato, Campos si è distinto per una “sistematica attività di promozione e diffusione culturale, collegando gli aspetti della tradizione e della contemporaneità” in attività espositive di testi e reperti e in convegni, insieme alla presentazione di libri e incontri.
A commemorare il professor Campos sono stati Carlo Cipolli (Alma Mater – Università di Bologna), Lamberto Maffei (Professore Emerito della Scuola Normale di Pisa e Past President dell’Accademia Nazionale dei Lincei), Francesca Simonelli (Università della Campania Luigi Vanvitelli), Luigi Fontana (Alma Mater-Università di Bologna), Piera Versura (Alma Mater – Università di Bologna), Luigi Bolondi (Alma Mater – Università di Bologna), Massimo Bray (Direttore dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani) e Sandro Mattioli (Alma Mater – Università di Bologna). In apertura un intervento del Consigliere UCEI David Menasci, che ha portato il saluto della Comunità ebraica cittadina e del suo presidente Daniele De Paz. Mentre in una relazione dell’attuale presidente del Museo ebraico Guido Ottolenghi è stato lodato il contributo offerto in quella veste. La sorella Lea Campos Boralevi ha dato poi lettura di una lettera inviata da Gianni Sofri ed espresso il ringraziamento della famiglia per i medici che l’hanno assistito.
“Emilio Campos – l’apprezzamento di Ottolenghi – ha guidato il nostro Museo conducendo battaglie per affermarne l’indipendenza e la qualità dell’offerta culturale, portando idee e conoscenze, e sviluppando sempre più intense relazioni con la città, con le scuole, con l’Università e con il mondo ebraico italiano e israeliano”. “Nell’ebraismo – aveva detto Menasci – per far ascendere l’anima di una persona non più presente in questo mondo si usa dedicarle uno studio-Limud. Il valore numerico della parola Limud è equivalente al valore numerico della lettera Pe, cioè bocca. Nell’ebraismo la Parola ha una forza creatrice, basti pensare alla parashà di questa settimana, la Genesi: quando D-o parla, crea il mondo”. La potenza della parola, ha proseguito Menasci, “ha effetti anche sull’anima: studiando o leggendo brani di Torà si invia all’anima un dono che le permette di innalzarsi a livelli spirituali più alti”.
L’iniziativa è stata presieduta dai docenti Luigi Bolondi, Carlo Cipolli, Sandro Mattioli e Nicola Rizzo.