Verso gli Stati Generali
L’insegnamento dell’ebraico

L’identità individuale si sviluppa in relazione a comunità di appartenenza e di riferimento. Il linguaggio è la risorsa fondamentale per tale sviluppo. Consente di dare un’espressione sensibile a contenuti e stati dell’esperienza, di collegarli in modo sistematico, di intervenire nel giudizio sulla struttura delle cose, nella formulazione di proposizioni sulle diverse situazioni, di passare dalla percezione immediata all’intendimento e alla comprensione, di operare secondo logica e secondo valori.
La forma e lo stile del pensiero sono, in qualche modo, il risultato dell’interiorizzazione delle funzioni inerenti al linguaggio che usiamo e il linguaggio stesso è uno strumento essenziale della mente, un mezzo potente per combinare esperienze, un utensile per organizzare le idee attorno alla realtà. Le parole invitano di per sè stesse a formare dei concetti. La caratteristica combinatoria e produttiva del linguaggio, mediante l’organizzazione dei sistemi simbolici, favorisce il passaggio dai dati forniti dalla conoscenza diretta a generalizzazioni costituite da rappresentazioni, astrazioni, immagini della realtà oggettiva. Grazie all’esperienza linguistica, il singolo fa proprio uno dei caratteri fondamentali della cultura, ne partecipa e contribuisce a modificarla.
L’apprendimento della lingua – letta, scritta e parlata bene – è per questo un compito fondamentale dell’educazione con cui promuovere le capacità di comunicazione, comprensione, ragionamento, spiegazioni, rappresentazioni della realtà.
Per l’insieme di questi motivi, in ambito comunitario, l’insegnamento della lingua ebraica – naturalmente a fianco di quella italiana – deve iniziare nella primissima età, anche negli anni precedenti la scolarizzazione obbligatoria. Da ciò una priorità importante per le politiche educative future dell’ebraismo italiano, quella di un investimento importante sugli asili e sulla prima infanzia.
Lo sviluppo, avvenuto in anni recenti di ulpanim, per giovani e adulti può dare un contributo alla crescita di iniziative a favore dei più piccoli. Resta la necessità di studiare le condizioni perché la lingua assuma maggiore forza nell’azione futura a favore dei minori.

(Nell’immagine: dettaglio da “La scuola” – Emanuele Luzzati)

Saul Meghnagi, pedagogista e Consigliere UCEI