Zelensky e i cieli da difendere

Dall’Italia a Israele, l’appello del presidente ucraino Zelensky è comune: “ci servono armi contro gli attacchi dall’aria e per garantire la sicurezza dei civili”, le sue parole in un’ampia intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera. L’appello è al nuovo governo della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni – che oggi chiederà la fiducia alla Camera e domani al Senato -, con cui Zelensky spiega di avere avuto una conversazione positiva: Meloni “si è detta chiaramente favorevole alla nostra comune alleanza e mi ha assicurato il suo pieno sostegno per l’Ucraina contro l’aggressione russa”. Nell’intervista il presidente ucraino non si dice preoccupato per le controverse tesi espresse dal leader di Forza Italia Berlusconi sull’aggressione di Mosca all’Ucraina: “Si è limitato a ripetere quelle di Putin e ciò mi spaventa meno. – dichiara Zelensky – Lo vota solo l’8 per cento degli italiani e questa è la risposta confortante del vostro elettorato, ciò mi basta”. Sul tema del dialogo, afferma di aver “sempre voluto parlare” con Mosca, “ma non con la pistola puntata alla tempia. Sin dall’inizio non è stato un dialogo, ma una lunga serie di ultimatum imposti con la forza da Putin. – dichiara al corrispondente del Corriere Lorenzo Cremonesi – I russi sostenevano che venivano a difendere chi parlava russo, ma in verità le violenze peggiori le hanno perpetuate a Kharkiv, Mariupol e nelle zone dove prevalevano la cultura e la lingua russe. Se volete il dialogo non occupate una centrale nucleare, non uccidete civili, non sparate oltre 130 missili in un solo giorno”.

Le richieste a Israele. I toni dell’intervista di Zelensky al Corriere rispetto al rapporto con l’Italia sono molto positivi. Diverso il tenore del suo intervento di ieri alla conferenza del quotidiano israeliano Haaretz. Qui, come riportano oggi Giornale e Fatto Quotidiano, il numero uno di Kiev è stato più critico verso la politica locale e ha nuovamente fatto appello a Gerusalemme per una fornitura di armi, in particolare per difendersi contro i droni iraniani usati da Mosca in Ucraina. “Sfortunatamente non abbiamo il nostro Iron Dome. Non abbiamo ancora un sistema di difesa aerea moderno ed efficace. Ecco perché la Russia spera di terrorizzarci dal cielo per compensare le perdite subite sul terreno”, le parole di Zelensky, che ha aggiunto, “molti Paesi democratici ci aiutano. Vorremmo anche l’aiuto di Israele”. Per cercare di spingere Gerusalemme a un cambio di orientamento il presidente ucraino ha poi usato la carta Iran: l’alleanza tra Mosca e Teheran porterà la Russia ad aiutare l’Iran a sviluppare il suo programma nucleare in cambio dei “droni kamikaze”, la sua tesi. A cui ne ha aggiunta un’altra provocatoria: “l’alleanza tra Russia e Iran non si sarebbe formata se i leader israeliani avessero accettato di contribuire a proteggere i cieli dell’Ucraina”.

Intelligence israeliana contro i droni. Mentre Zelensky cerca di ottenere di più, con Israele una collaborazione sul fronte difensivo è già in corso, come ha rivelato il New York Times (ne parlano Libero e Avvenire). Israele, secondo il quotidiano americano, avrebbe infatti fornito al governo di Kiev “informazioni di intelligence utili per colpire i droni iraniani” usati dalle forze russe in Ucraina. Gli iraniani, aveva dichiarato il ministero della Difesa di Kiev, “stanno usando l’Ucraina come terreno di prova” per perfezionare i droni “e prima o poi li useranno contro Israele”. A riguardo il Premier israeliano Yair Lapid ha spiegato che il tema Iran-Russia non viene sottovalutato: “parte del lavoro che stiamo facendo ha a che fare con la pericolosissima vicinanza che si sta creando”, tra i due paesi.

Collaborare sul gas. Una delle notizie molto analizzate sui giornali di oggi è la situazione del prezzo del gas, sceso sotto i 100 euro a megawattora al mercato Ttf di Amsterdam. Una riduzione che porterà benefici alle bollette italiane da gennaio, evidenzia il Quotidiano Nazionale, che avverte però come la situazione sui costi continui ad essere precaria. Per questo i paesi europei cercano alternative. Tra queste, il gas israeliano. “Israele diventerà un importante fornitore di gas per l’Europa nel prossimo futuro”, le parole del Premier Lapid al premier olandese Mark Rutte, annunciando per giovedì la firma dell’accordo con il Libano sulla demarcazione dei confini marittimi che permetterà lo sfruttamento di giacimenti di gas, spiega il Quotidiano Nazionale.

Violenza digitale. Contenuti pedopornografici, immagini di violenza estrema, apologia del nazismo e fascismo, atti di crudeltà verso essere umani e animali. È il contenuto di alcune chat di Telegram e Whatsapp seguite in Italia da centinaia di minorenni e al centro di un’indagine – denominata Poison – della magistratura e della Polizia postale. Alcuni ragazzini – tra i 13 e i 15 anni – coinvolti saranno convocati dai Tribunali per i minorenni delle rispettive città, riporta Repubblica, assieme ai genitori. “Stiamo cercando di comprendere se ci sono adulti che pianificano questa diffusione – afferma Ivano Gabrielli, direttore del Servizio polizia postale e delle comunicazioni – Quello che vediamo nelle nostre indagini è un’assuefazione a un percorso che è sempre più drastico, cruento e raccapricciante”.

Marcia su Roma. Continuano gli approfondimenti sui giornali sul significato, a pochi giorni dal centenario della Marcia su Roma. Il Corriere intervista ad esempio Emilio Gentile, considerato uno dei maggiori storici del fascismo. “La marcia su Roma più che a Mussolini fu dovuta alla decisione di Michele Bianchi. – afferma Gentile – Va ridimensionato il ruolo di Mussolini nella decisione finale di esigere, con il ricatto dell’insurrezione, non una partecipazione dei fascisti al governo con un vecchio presidente del Consiglio liberale, ma la guida del governo affidata a lui stesso. Mussolini stava negoziando separatamente e segretamente con Giolitti”. Nell’intervista Gentile spiega le molte responsabilità del re e sottolinea come la Marcia rappresenti un cambio nella natura della nazione. “Un partito armato è geneticamente incompatibile con un regime liberale. Fu un’illusione ritenere che l’aspetto militare e l’imposizione dittatoriale dello squadrismo in gran parte dell’Italia del Nord e del Centro non fossero l’essenza del fascismo stesso”.

Il documento su foibe ed esodo. Tra gli ultimi atti del ministero dell’Istruzione a guida Patrizio Bianchi c’è stata la pubblicazione delle “Linee guida per la didattica della frontiera adriatica”. Il documento, scrive il Corriere, “illustra le pesanti responsabilità del fascismo, con la lunga politica di snazionalizzazione condotta contro le minoranze slave, l’invasione della Jugoslavia nel 1941, la sanguinosa repressione antipartigiana. Ma al tempo stesso sottolinea la gravità delle violenze perpetrate dalle truppe di Tito non solo nei riguardi dei fascisti, ma contro ‘tutti coloro’ che apparivano in grado di ‘rappresentare un possibile ostacolo ai piani annessionistici jugoslavi’, compresi gli esponenti del Cln di Trieste”.

Segnalibro. Continua a suscitare attenzione il libro Anime (Giuntina) dello scrittore israeliano Roy Chen. A parlarne oggi con toni molto positivi, il Fatto Quotidiano. “Un romanzo ambizioso e originale, intelligente e ironico, giocato su svariati piani temporali e narrativi, a riflettere sul concetto di anima e di vita ma anche sul vissuto di una madre e di un figlio immigrati in Israele, rappresentazione di una storia più ampia, quella di tutto il popolo ebraico, sfaccettato e culturalmente ricchissimo e delle sue peregrinazioni”.

Daniel Reichel