Tesori dall’archivio, Venezia
festeggia due restauri

La biblioteca Renato Maestro della Comunità ebraica di Venezia è la casa di molte e preziose testimonianze. Tra le altre di un Mishnè Torà di Maimonide (1402) e del Pardes Rimonim di Moshè Cordovero (1550), restaurate di recente grazie all’associazione Savo Benefator. Alla presentazione del progetto è stato dedicato un incontro cui sono intervenuti il rabbino capo rav Alberto Sermoneta, la direttrice del Museo ebraico Marcella Ansaldi, le restauratrici Miriam Rampazzo e Giulia Barbero. Un nuovo impegno dell’associazione dedicata al ricordo dei fratelli Bice e Cesare Vivante, già promotrice del restauro dei lumi d’argento della sinagoga levantina.
Il Mishnè Torà, racconta Ansaldi, fu scritto nella cittadina di Piove di Sacco vicino Padova. Un testo di eccezionale importanza non solo per la sua qualità, ma anche perché “contribuisce a documentare la presenza ebraica nel Veneto prima del Cinquecento, il secolo del Ghetto”. Del Mishnè Torà è noto il nome del Sofer (Moshè Shmuel ben Levì) e si pensa che sia arrivato a Venezia, insieme al suo proprietario, poco dopo la costituzione della Lega antiveneziana di Cambrai (1508). Per quanto riguarda l’altro volume si tratta di un testo cabalistico “in scrittura corsiva ashkenazita”. Tra le sue pagine “dei disegni sefirotici con varie porte”.
La biblioteca archivio che conserva il patrimonio librario e documentario della Comunità ebraica di Venezia è dedicata alla memoria di Renato Maestro (1911-1974), già consigliere e vice presidente della Comunità, per volontà del quale le sorelle stanziarono un lascito che consentisse la costituzione di un centro di studi ebraici. Fu istituita ufficialmente nel mese di giugno del 1981.