“Catania, iniziativa illegittima e non riconosciuta dall’UCEI”
Nonostante le diffide dell’UCEI agli organizzatori e le richieste rivolte alle istituzioni locali, gli appelli dell’ebraismo italiano tesi a negare il riconoscimento di una fantomatica “Comunità ebraica” a Catania non sembrano esser stati stati raccolti.
Parlare di Comunità ebraica (“ortodossa”) in Italia fuori dall’UCEI, come appare nella locandina che circola per una “riapertura della Sinagoga di Catania” presso il Castello di Leucatia significa porsi al di fuori della normativa italiana (Legge n.101/89), traendo così in inganno le istituzioni locali ed illudendo credenti e simpatizzanti di aderire a riti tradizionali religiosi, in verità mai riconosciuti né autorizzati dall’autorità rabbinica italiana.
Nessuno ha mai fatto pervenire alcuna richiesta di costituzione di una Comunità ebraica a Catania all’UCEI, unico soggetto legittimato a istituire una nuova Comunità Ebraica nel territorio del nostro Paese, o alla Comunità Ebraica di Napoli, nella cui giurisdizione ricade la Regione Sicilia.
Nel corso della riunione di ieri la Giunta dell’UCEI ha confermato le più ferme critiche all’illegittima iniziativa assunta da coloro che si qualificano referenti di una Comunità ebraica a Catania; l’Assemblea Rabbinica Italiana, dal suo canto, ha annunciato l’intenzione di ufficializzare il proprio dissenso rispetto alla riapertura di una Sinagoga in Italia, senza il proprio necessario coinvolgimento e senza alcuna autorizzazione da parte del Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Napoli competente per circoscrizione.
Spiace rilevare che, tra coloro che risultano invitati a presenziare alla cerimonia odierna di Catania figurano anche rabbini che in passato hanno avuto formali incarichi o collaborazioni con l’ebraismo italiano.
L’UCEI si riserva di analizzare lo svolgimento delle celebrazioni previste oggi a Catania per valutare eventuali azioni a tutela degli interessi dell’ebraismo italiano, come sancito dalla Legge n.101/89.