Predappio vista da vicino
Migliaia di neofascisti hanno di nuovo affollato le strade di Predappio. Ecco un’analisi di questo fenomeno redatta dal ricercatore austriaco Maximilian Aelfers, che ha svolto un periodo di servizio civile alla Fondazione Cdec di Milano, già apparsa su Pagine Ebraiche.
Sono un giovane austriaco di ventidue anni e ho svolto il mio Gedenkdienst (servizio civile) alla Fondazione CDEC a Milano. Ho fatto una visita a Predappio con un altro Gedenkdiener, che compie il suo servizio alla Fondazione Museo della Shoah di Roma. Il luogo di nascita e di sepoltura di Benito Mussolini, con i suoi 6500 abitanti, si trova nella provincia di Forlì-Cesena, in Emilia-Romagna. In questa zona ci sono molte zone viticole famose; Predappio non è tra esse.
I turisti che vanno a Predappio sono attirati da qualcos’altro: l’eredità del fascismo e di Benito Mussolini.
I visitatori giornalieri vanno da circa 15 persone nei giorni feriali fino a migliaia di persone nei giorni delle ricorrenze fasciste; non è un segreto nella società italiana; però mi pare che ci sia una grande indifferenza in Italia su queste visite. La banalizzazione dell’epoca del fascismo e di Mussolini è sfortunatamente ancora presente ed è parte della cultura storica.
Il nostro viaggio è cominciato da Bologna, col treno regionale per Forlì; lì abbiamo preso un autobus regionale per Predappio. Abituati alle immagini di città come Milano e Roma, ci siamo trovati improvvisamente nel bel mezzo rurale delle colline italiane con poche case e ancora meno residenti. Però gli edifici danno un’idea, subito, che questo luogo non è un luogo “normale”.Tutte le case lungo la strada principale sono creazioni degli architetti di Mussolini. Dall’ex-edificio del partito fascista (chiamato “la casa di ospitalità”) e dall’ex-edificio della gioventù fascista fino alle case normali. Sono disponibili guide turistiche in italiano, francese, con la descrizione di tutti gli edifici.
Anche nel periodo fascista Predappio doveva essere un luogo di visita; quindi oggi non è cambiato così tanto.
La prima nostra tappa è stata la casa di natale di Mussolini, dove era allestita una mostra intitolata “Il giovane Mussolini” in cui veniva documentata la sua vita tra il 1883 e il 1914. Era molto informativa e senza intenzioni politiche. È stato il nostro primo e ultimo spiraglio di speranza, a Predappio, di presentazione neutrale del luogo e della storia. Da questo spiraglio di speranza siamo passati al più alto punto di tristezza di Predappio: i negozi di souvenir. Una visita a Predappio senza andare in uno dei negozi sarebbe solo una mezza visita, quindi abbiamo deciso di concederci questo “piacere”.
Ecco cosa è successo. Entriamo nel primo negozio e salutiamo il venditore in italiano, ma parliamo tra di noi in tedesco. Subito la venditrice ci chiede di dove siamo. Le rispondiamo che siamo austriaci. Il loro atteggiamento di simpatia non diminuisce, anzi. Lei e l’altro venditore diventano subito più cordiali, ci danno una breve spiegazione dell’inventario e ci dicono che possiamo avere due camicie al prezzo di una. Per scelta c’erano quelle “classiche,” come le magliette stampate con la bandiera italiana con l’aquila o con le fotografie di Adolf Hitler e Mussolini. Ma ce n’erano anche di “insolite,” come una maglietta con un ebreo con un lungo naso caricaturale.
Non eravamo gli unici clienti. C’erano due signori anziani che si sono interessati alla musica fascista, mentre un uomo giovane stava discutendo con il venditore a proposito di un “bastone estensibile” e la sua fidanzata stava guardando delle coperture del telefono con le immagini di Hitler e Mussolini. Quello è stato l’unico posto, insieme alla cripta di Mussolini, dove abbiamo trovato altre persone. Eppure la mostra sul periodo socialista del giovane Mussolini avrebbe dovuto essere interessante la maggior parte dei turisti attratti da Predappio.
Nel negozio il proprietario ci ha consigliato di assaggiare il gelato Mussolini nel bar di fronte. Allora abbiamo preso un gelato e fatto una pausa. Colore del gelato? Nero naturalmente, cioccolato fondente. Con un buon gusto se non fosse per il nome. C’era anche il gelato Ventennio, alla crema; ma non so che gusto avesse. La commessa, che era molto gentile, ci ha chiesto se sapevamo come arrivare al mausoleo di Mussolini. Come un’informazione turistica normale. Abbiamo risposto che lo sapevamo e siamo andati via.
La tappa successiva è stata il secondo negozio di souvenir, accanto all’altro, ma con un inventario diverso. Invece di musica, accendini, magliette, cianfrusaglie, c’erano busti, bandiere e immagini del fascismo e di Mussolini in persona. Poi il nostro percorso ci ha portato lungo gli edifici fascisti fino al cimitero, che ospita il mausoleo della famiglia Mussolini. L’area di ingresso prima di scendere nella cripta è completamente piena di pannelli con dediche delle organizzazioni di destra. Scendendo giù per le scale, ci si trova direttamente di fronte alla tomba e al busto di Mussolini. La tomba brulica di simboli fascisti. Davanti al busto c’è il libro di condoglianze, pieno di affermazioni fasciste. Era l’ultima tappa e il vero e proprio “highlight” del nostro giro turistico fascistico.
La situazione a Predappio riflette secondo me la gestione generale della società italiana con l’eredità di Mussolini e del fascismo. Molto è stato edulcorato, o i crimini di questo periodo sono stati attribuiti solo al regime nazista. Anche se le leggi razziali di Mussolini e l’uso di gas tossici in Africa, per citare due vicende, non sono segreti. Questa tendenza a minimizzare è un terreno fertile per i gruppi radicali e deve essere contrastato. La mostra sulla giovinezza di Mussolini è già un inizio. Ma c’è ancora bisogno di altre iniziative. Per esempio in Austria, a Braunau, il luogo di nascita di Adolf Hitler, esiste un progetto di “Casa della responsabilità”. Creato nella casa di nascita di Hitler, organizza iniziative per educare a un uso responsabile di questo periodo storico.
Maximilian Aelfers