Verso gli Stati generali
Un movimento giovanile nazionale

L’età dell’obbligo scolastico costituisce la premessa – dopo la scuola dell’infanzia – per la costruzione di un’identità culturale che definisca le forme di appartenenza a una comunità. È un momento straordinario di acquisizione delle conoscenze. È una fase temporale nella quale si costruisce il proprio rapporto con gli altri, al di fuori di quelli della famiglia, dei fratelli, di chi è più vicino.
Il processo che accompagna tale fase della crescita della persona non è facile: si impara a conoscere sé stessi, a comportarsi nelle situazioni più diverse, a rispondere adeguatamente agli adulti, a misurarsi con i propri pari, i coetanei di diverso genere, di maggiore o minore maturità, a volte di diversa origine sociale, economica, culturale. Il rispetto dell’altro è, per questo, uno dei valori fondanti di questo periodo formativo: non è ancora compiuta la formazione del pensiero astratto e la pratica concreta di un riferimento etico è di inequivocabile importanza.
La scuola può fare molto, in alcuni casi dovendo correggere forme dell’agire che feriscono sensibilità (come quelle, delicate, rispetto a disabilità), che stabiliscono gerarchie stupide (come quelle sull’abbigliamento), che fanno della violenza il modo di essere (come espressioni di razzismo o fenomeni di bullismo). La scuola stessa, peraltro, ha il compito di affiancare elementi di conoscenza a quelli educativi in senso lato, del modo di essere e di pensare. Per questo, l’ambito esterno alla scuola, l’associazione, lo scoutismo, le sedi comunitarie di formazione sono un complemento ineludibile.
In ambito ebraico sono diversi i soggetti che operano in tale direzione. Una parte non maggioritaria dei bambini frequenta, dove ci sono, le scuole comunitarie. Per altri, ci deve essere la partecipazione ad attività esterne alla scuola a fianco, dove attivato, del Talmud Torà. Per l’insieme di tali motivi, oggi, una priorità assoluta dell’azione a favore dei bambini trova un luogo privilegiato nei movimenti giovanili. Su questo terreno appare necessaria una riflessione accurata, preliminare al necessario, significativo, investimento futuro, che può arrivare alla creazione di un movimento giovanile nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.

Saul Meghnagi, pedagogista e Consigliere UCEI

(Nell’immagine: un’attività giovanile a Roma in ricordo di Alisa Coen)

(1 novembre 2022)