Guerra in Ucraina, anche il calcio
piange le sue vittime

L’aggressione russa all’Ucraina continua a mietere vittime anche nel mondo dello sport. Recentemente la stampa israeliana si è occupata della storia di Dima Fialka, un allenatore di calcio che da Beersheva era emigrato in Ucraina per assistere la nonna ammalata e aveva poi scelto di rimanere a vivere nel Paese. In Israele era stato allenatore della sezione giovanile del Maccabi Beersheva, una prima esperienza che aveva poi messo a frutto come tecnico di alcune squadre della città di Leopoli. Aveva 39 anni. “Fialka si è messo al servizio dell’Ucraina dal momento in cui la Russia ha sferrato il suo attacco. Ha combattuto per la nostra pace” ha reso noto il suo ultimo club, l’FC Dynamo Lviv, nell’annunciarne la scomparsa. Il giovane allenatore sarebbe stato ferito mortalmente “da un colpo nemico”. Si allunga, col suo nome, la lista dei caduti del calcio. A farne parte anche Dmytro Martynenko, 25enne attaccante di una squadra della lega amatoriale di Kiev che aveva concluso lo scorso campionato in testa alla classifica dei cannonieri. In primavera una bomba ha centrato il suo appartamento, uccidendo lui e la madre. Presto, ha detto il suo procuratore, si sarebbe trasferito in Israele alla ricerca di nuove opportunità di carriera. Vittima dei russi anche Sergei Blanchuk, 47enne ex calciatore del Maccabi Haifa, morto come Fialka in combattimento. Blanchuk era stato una delle colonne del team negli Anni Novanta, arrivando fino ai quarti di finale della Coppa delle Coppe (in quella edizione il Maccabi fu capace di battere tra gli altri il Paris Saint Germain). “Gli eroi non muoiono mai. Sarà ricordato per sempre come qualcuno che ha sacrificato la sua vita per la patria”, hanno scritto i media ucraini.
(Nell’immagine: Dima Fialka)