Governo Netanyahu, al via i colloqui

Si sta concludendo in queste ore in Israele lo spoglio delle schede, ma ormai i risultati erano già delineati. E infatti il leader del Likud Benjamin Netanyahu – il cui blocco è uscito vincitore con una chiara maggioranza di 65 seggi su 120 – ha già dato incarico a Yariv Levin, suo stretto confidente e in passato speaker della Knesset, di coordinare i colloqui per la formazione del prossimo governo. Tutti i partiti della coalizione – oltre al Likud, i religiosi di Shas e Agudat HaTorah e l’estrema destra del Sionismo religioso – confidano di concludere i negoziati rapidamente, spiegano i quotidiani locali. Forse anche prima del giuramento della 25esima Knesset previsto per il 15 novembre. Si lavora per delineare come distribuire tra le diverse forze i ministeri. Un passaggio molto delicato che avrà risvolti anche a livello internazionale.
Intanto è arrivato il primo commento ufficiale da parte dell’alleato americano rispetto alle elezioni israeliane, che hanno visto trionfare Netanyahu, ma in particolare l’ala più estrema del suo prossimo governo rappresentata dal leader di Otzma Yehudit (movimento integrato nel partito Sionismo religioso) Itamar Ben Gvir. “Ci auguriamo che tutti i funzionari del governo israeliano continuino a condividere i valori di una società aperta e democratica, tra cui la tolleranza e il rispetto per tutti nella società civile, in particolare per i gruppi minoritari”, ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price.
Secondo indiscrezioni raccolte dal giornalista israeliano Barak Ravid, molto informato sulle questioni diplomatiche, il Segretario di Stato americano Tony Blinken e il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan avrebbero accennato al presidente d’Israele Isaac Herzog (in visita la scorsa settimana a Washington) alla possibilità di evitare di lavorare con Ben Gvir e con altre figure considerate troppo estremiste.