Padova, l’Università, gli ebrei:
otto secoli in mostra

Le celebrazioni per gli 800 anni dell’Università cittadina fanno tappa anche al Museo della Padova ebraica, dove nelle scorse ore è stata inaugurata la mostra “Gli Ebrei, la Medicina e l’Università di Padova”. Il racconto di otto secoli che hanno fatto registrare molti intrecci, anche nella stagione buia dei ghetti in cui l’ateneo – caso unico in tutta Europa – scelse di non chiudere le proprie porte all’insegnamento. Ma anche, tra le pagine di segno opposto, il ricordo più recente della ferita delle leggi razziste del ’38 che vide l’espulsione dalle sue aule di docenti e studenti ebrei. Molti gli stimoli che si accompagnano all’itinerario proposto al pubblico.
“Sotto esame c’è un arco di tempo lungo. Uno dei temi è proprio questo: il passaggio da un’integrazione molto forte a una cesura altrettanto intensa”, afferma la presidente della Fondazione Museo della Padova Ebraica Gina Cavalieri. Tra le storie che si affrontano quella di Tullio Terni, direttore dell’istituto di anatomia e neurocardinoanatomista, che fu allontanato dall’insegnamento perché ebreo e poi radiato dal mondo accademico perché accusato di simpatie fasciste. Ma si torna, attraverso suggestive testimonianze, anche al periodo del peste seicentesca che vide i medici ebrei in prima linea nell’assistenza alla collettività.
Gremita la sala che ha partecipato alla prima di quattro conferenze tematiche. In evidenza le biografie di alcuni medici formati dall’Università tra Sei e Settecento. Tra gli intervenuti Eddie Reichman, professore di medicina d’urgenza e professore nella divisione di Educazione e bioetica dell’Albert Einstein College of Medicine di New York e il rabbino della Comunità ebraica di Roma rav Riccardo Di Segni. A portare il saluto dell’UCEI, che ha dato il proprio patrocinio alla mostra, l’assessore al Bilancio ed ex presidente della Comunità ebraica di Padova Davide Romanin Jacur.
Seguiranno nelle prossime settimane approfondimenti su “Gli studenti non cattolici all’Università di Padova” con Gaetano Thiene, professore emerito di Patologia (16 novembre); “La Comunità Ebraica e la Grande Guerra” con Rosanna Supino, presidente dell’Associazione Italiana Medica Ebraica, e il docente di Storia della medicina Fabio Zampieri (7 dicembre); “Le leggi razziali all’Università di Padova” con Giulia Simone, docente di storia contemporanea, e di nuovo il professor Thiene (21 dicembre).
La mostra si inserisce all’interno di un percorso. E di un forte impegno del Museo verso la collettività e le scuole possibile – sottolinea Cavalieri – “anche grazie al lavoro dei nostri volontari”.
“Tra gli appuntamenti più apprezzati la rappresentazione teatrale ‘Spaghetti e Levi Civita. Il matematico che salvò Einstein’ prodotta dal dipartimento di matematica dell’Università insieme ad Andrea Pennacchi. Andata in scena durante l’ultima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, è stata un’occasione per ripercorrere il legame che vi fu tra questi due personaggi”, rileva Cavalieri. Mentre per quanto riguarda il mondo della scuola è in corso un “progetto sulla casherut, insieme all’Istituto Superiore per il Made in Italy”. Un altro progetto riguarda invece gli studenti di alcuni istituti professionali “che si dedicheranno a far conoscere la realtà del campo di concentramento di Vo’ Vecchio, nel Comune di Vo’ Euganeo”.