Catania, chi può sbarcare
Aperture dei quotidiani incentrate su quanto sta accadendo al porto di Catania, dove le autorità hanno permesso uno sbarco parziale alla Humanity 1 e alla Geo Barents, due navi gestite da ong con a bordo centinaia di migranti soccorsi nei giorni scorsi nel Mediterraneo. Al momento sono stati fatti scendere i minori e le persone ritenute fragili per quello che i giornali descrivono come “uno sbarco selettivo”. La linea del Viminale, spiega il Corriere, è dura, con l’ordine alle navi di uscire dal porto con a bordo i migranti rimasti. Se non lo faranno “non è esclusa la richiesta di sequestro dell’imbarcazione alla magistratura e la denuncia per il comandante. In quel caso i migranti scenderebbero a terra e scatterebbe poi l’ordine di espulsione”. La Ong Sos Humanity, che gestisce una delle navi, intanto ha annunciato un ricorso al Tar contro la decisione del governo, riporta La Stampa. Il quotidiano torinese per raccontare quanto sta accadendo a Catania sceglie un esplicito richiamo a Primo Levi: “Migranti, i sommersi e i salvati”.
“Dietro le quinte, in Europa, continua il lavoro diplomatico: – riporta Repubblica – la Francia annuncia per domani una riunione per stabilire le modalità di accoglienza di parte dei migranti sbarcati in Italia. Ma si tratta del patto per la redistribuzione voluto da Luciana Lamorgese. E al governo Meloni non basta”. Il quotidiano mette inoltre in evidenza il messaggio inviato a Roma dal Primo ministro ungherese Viktor Orban: “Finalmente! Dobbiamo un grande ringraziamento a Giorgia Meloni e al nuovo governo italiano per aver protetto i confini dell’Europa”.
Conquistare Kherson. “Trattare, anche nel breve periodo, quando la posizione di vantaggio sarà evidente. Cioè dopo la riconquista di Kherson, dove si sta combattendo una delle battaglie più dure contro l’esercito russo”. Secondo Repubblica questo sarebbe l’orizzonte su cui lavora l’alleanza che appoggia l’Ucraina contro l’invasione russa. Per il Corriere, gli Usa chiedono a Kiev di mostrarsi aperti ai negoziati soprattutto per evitare che si disperda il sostegno dei “Paesi alleati che si ritrovano alle prese con un’opinione pubblica interna titubante all’idea di sostenere una guerra per anni”. “Gli Stati Uniti – prosegue il quotidiano – non ritengono che Putin sia davvero intenzionato a negoziare, ma la chiusura di Zelensky – sempre più rigida con il progredire del conflitto – sta generando preoccupazione in alcuni Paesi di Europa, Africa e Sud America”.
Tramandare la Memoria. Fare Memoria ”non significa soltanto ricordare e onorare, doverosamente, il sacrificio di milioni di persone innocenti, vittime di una violenza fanatica, spietata e disumana. Tramandare la memoria di quei fatti vuol dire contribuire a creare una cultura della pace, della tolleranza, del rispetto, della comune appartenenza al genere umano. Coltivare la storia e diffondere la memoria è elemento decisivo per la creazione e la crescita nelle nuove generazioni di una coscienza civile solida e motivata”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio, ripreso dai quotidiani oggi, al Congresso dell’Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (Aned).
Firenze non dimentica. Il 6 novembre 1943 il comando nazista avviò a Firenze la cattura degli ebrei fiorentini. Gli arrestati furono oltre 300 (tra cui 8 bambini), il 9 novembre deportati ad Auschwitz, dove arrivarono il 14 novembre. Solo 15, poi, fecero ritorno. Come ormai da tradizione, la città ha ricordato questa ferita con un corteo silenzioso, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio con la partecipazione della Comunità ebraica locale. Lo riporta Repubblica nelle sue pagine fiorentine.
Denunciare l’odio. La senatrice a vita Liliana Segre a 92 anni è la persona più anziana in Italia a cui lo Stato ha dovuto garantire la scorta. Una tutela necessaria a causa delle minacce ricevute in questi anni che proseguono, ma contro cui, ha spiegato al Corriere Segre, sono stati presi provvedimenti. Da un po’ di tempo gli odiatori “non hanno vita facile perché li denuncio. Per fare giustizia”.
Segnalibro. “Si parla spesso, anche troppo, di ebrei e di ebraismo. Per lo più in termini impropri, cioè strumentali o polemici. Due libri appena usciti aiutano a chiarire la complessa questione – perché la questione è indubbiamente complessa”, scrive su Repubblica Corrado Augias presentando ai lettori Degli ebrei e dell’ebraismo (Einaudi), colloquio tra il saggista e storico Riccardo Calimani e il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni, e Shabbàt Shalòm (Gangemi) curato da Dario Coen in dialogo con lo psicoanalista David Meghnagi e rav Di Segni. Augias spiega come i due volumi cerchino di dare risposte a domande complesse sull’identità ebraica e sull’antisemitismo.
Rapporti politici. Su Domani Davide Assael parla dei rapporti tra la destra e il mondo ebraico italiano. In particolare si sofferma sulle dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa a La Stampa rispetto all’amicizia con l’attuale presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi e con il padre Isacco. Assael scrive di trovare “stucchevole questo utilizzo da parte del presidente del Senato di un rinnovato ‘Ho tanti amici ebrei’ per allontanare sospetti di vicinanza ideologica col regime che ha promulgato in Italia le leggi razziali. Non servirebbe nemmeno dirlo, ma l’avere amicizie ebraiche non garantisce in alcun modo gli ebrei. Come non ha garantito la popolazione ebraica italiana il fatto che Benito Mussolini avesse note amanti ebree”. “Allo stesso modo, da ebreo italiano e milanese, – l’opinione di Assael – devo ammettere un certo stupore nel farsi utilizzare come foglia di fico per favorire un processo di accreditamento di una parte politica che ancora mostra pulsioni nostalgiche”.
Daniel Reichel