L’evento a Casale Monferrato
Adriano Muggia, il medico dei poveri
Per Gianfranco Irico, presidente dell’Anpi trinese, non è stata certo la prima volta di fronte al pubblico che affolla gli eventi culturali della Comunità ebraica di Casale Monferrato. Pezzo dopo pezzo sta ricostruendo, e presentando, tutte le vicende dell’ebraismo trinese. Sono le storie di un numero di persone piccolo di numero, ma in un contesto significativo, come lo è stata anche la città vercellese per questo angolo del Piemonte. Ogni anno racconta una vita e questa volta è quella di Adriano Muggia, raccolta nel suo ultime volume: My Father was as Jew (mio padre era ebreo).
“Adriano Muggia è in pratica stato il mio medico – ricorda il presidente della Comunità casalese Elio Carmi – Era un uomo di casa, un amico. C’è nel mondo ebraico l’idea della medicina come essenziale al rispetto della vita. Lui era un personaggio che aveva una straordinaria sensibilità: aveva viaggiato molto. Era un uomo di scienza e un intellettuale”.
Irico racconta Adriano Muggia al pubblico della sala Carmi, guidato dalle domande di Patrizia Ferrarotti, consigliera del Comune di Trino e iscritta all’Anpi. Scopriamo la Trino del 1895 in cui era nato, i suoi studi, la giovinezza che lo porta ad aderire al fascismo e persino a conoscere Nicola Pende che sarà uno dei promotori dell’infame “manifesto per la difesa della razza”. Intanto Muggia vince il concorso di Primario all’ospedale di Casale (allora ancora in via Lanza), ma nel 1938 deve lasciare l’incarico proprio per le leggi razziste emanate dal fascismo. A nulla vale l’interessamento del direttore dell’ospedale, una conversione religiosa e persino una lettera scritta a Edda Ciano Mussolini in cui rivendica l’appartenenza al partito e i meriti di guerra. Alla fine la scelta che cambierà la sua vita: andrà in Australia, nel Queensland. Comincia così la parte più avventurosa della vita di Muggia che lo vede, allo scoppio della guerra con l’Inghilterra nel 1940, internato in un campo di prigionia da cui uscirà solo con l’armistizio del 1943. Nel 1946 torna nella sua Trino e viene reintegrato nel ruolo di primario a Casale.
“Non ha avuto nessun risentimento verso i colleghi che nel 1938 non avevano fatto obiezioni alla sua cacciata”, ci tiene a ricordare Irico. Non sposato ha considerato la sua carriera tutta la sua famiglia, fino alla pensione nel dicembre del 1965. Ma non smette di esercitare, diventa appunto il “medico dei poveri”, curando gratuitamente amici, o chiunque richiedesse il suo aiuto. Si spegnerà il 25 ottobre 1979, dopo essersi riavvicinato all’ebraismo. È sepolto nel piccolo cimitero ebraico di Trino.
“Il suo è l’ultimo funerale ebraico celebrato a Trino”, conclude Irico. Ma il pubblico incalza con le domande, e si scopre che sono venuti in tanti per condividere un aneddoto su Muggia: medici che lo hanno incrociato all’inizio della loro carriera, pazienti. Ognuno ricorda la sua generosità, la sua capacità professionale, l’abnegazione con cui seguiva i pazienti. Ancora più che in un libro la storia di Adriano Murgia vive in tanti cuori.
a.a.