Salute e identità nel segno del pluralismo

“Uno dei rischi della società contemporanea è la non accettazione delle diverse identità: il volere omologare tutto e appiattire le differenze. Il primo obiettivo del dialogo è l’ascolto e la conoscenza reciproca. L’ascolto è alla base del dialogo perché non punta ad affermare una tra due posizioni in contrasto come durante un dibattito ma a comprendere le esigenze di entrambe. L’ascolto va inteso come possibile chiave della risoluzione di un conflitto”. Una dinamica che tocca diversi ambiti, tra cui anche il rapporto medico-paziente, come ha spiegato Giorgio Mortara, tra i responsabili del progetto Insieme per prenderci cura e già vicepresidente UCEI. Tra i protagonisti del convegno a Livorno “Salute e identità religiose: sfide bioetiche in una società multiculturale”, Mortara ha presentato al pubblico la “Carta delle buone pratiche per il pluralismo religioso e l’assistenza spirituale nei luoghi di cura” frutto della collaborazione, tra gli altri, dell’Associazione Medica Ebraica, della Biblioteca Ambrosiana e della Comunità Religiosa Islamica Italiana.