“Forum delle donne ebree d’Italia,
occasione per parlare di valori e futuro”

“L’incontro che ci ha portate qui oggi non ha precedenti nei quasi cento anni di storia dell’Adei Wizo”, spiega dal palco Susanna Sciaky. L’occasione è infatti il primo Forum delle donne ebree d’Italia organizzato in queste ore a Milano, nella prestigiosa cornice della Sala Alessi di Palazzo Marino. Un’opportunità per costruire un dialogo con la società , ha spiegato ai presenti Sciaky, presidente nazionale dell’Adei Wizo, e dare delle risposte ai grandi temi del presente attraverso i valori e l’esperienza ebraica in una prospettiva femminile. “Drammi come la pandemia, la guerra, lo spettro di una crisi economica, aprono scenari che sembrano amplificare la crisi valoriale dei nostri tempi. Oggi più che mai è imperativo ricordarci che dignità, lavoro, rispetto reciproco vanno difesi. Sempre. Noi donne ebree conosciamo bene questo tipo di impegno”, ha evidenziato Sciaky. Un impegno condiviso anche dalle istituzioni del territorio, ha aggiunto la vicesindaca Anna Scavuzzo, portando i saluti del Comune di Milano.
Tre le domande a fare da sfondo dell’incontro: essere donne ed ebree nell’Italia di oggi è una condizione che può contribuire alla crescita dell’Italia contemporanea? L’educazione e la cultura sono il modo più efficiente per sconfiggere il razzismo e l’antisemitismo e creare una società più inclusiva? L’esperienza di Wizo in Israele può essere di ispirazione nel dibattito italiano sulla parità di genere nel mondo del lavoro? Domande ricordate dalla presidente dell’UCEI Noemi Di Segni nel suo intervento. “L’obiettivo dell’incontro e del dibattito odierno è rispondere a tre quesiti fondamentali che racchiudono in fondo tutta l’esistenza ebraica alle quali do senz’altro risposta affermativa – il contributo alle sfide odierne – si, la centralità dell’educazione e la cultura per arginare odio – si, l’esperienza specifica della Wizo in Israele come riferimento per l’Italia rispetto ai temi della parità di genere – si, certo”, la riflessione della Presidente UCEI, che ha poi ricordato una poesia di Edith Bruck: “Nascere per caso / nascere donna / nascere povera / nascere ebrea / è troppo / in una sola vita”. “Se questo rappresenta l’essenza egregiamente sintetizzata di un vissuto secolare e di indelebile memoria, – ha spiegato Di Segni – noi nel nostro percorso di vita, personale e istituzionale, abbiamo cercato in questi decenni di dopoguerra di dare oggi in questa Italia, questa Europa, questa Israele, questa Milano, una risposta. Ecco parafrasando Bruck, con rispetto assoluto, che nascere e vivere come figlie desiderate, nascere e vivere senza limitazioni incomprensibili la nostra persona e ruolo di madri e lavoratrici, nascere e vivere donne senza povertà connesse all’isolamento, nascere e vivere da ebree è davvero un dono immenso per la vita che una è”.
Tre le sessioni previste per il 9 novembre: la prima incentrata sull’asset valoriale rappresentato dalle donne ebree all’interno della società italiana. A confrontarsi, quattro donne con percorsi professionali in ambiti molto diversi tra loro: l’avvocato Gabriella Modiano, la docente di farmacologia Francesca Levi Schaffer, la direttrice del Circolo dei Lettori di Torino Elena Loewenthal e la presidente UCEI Di Segni. A moderare la tavola rotonda, Ferruccio De Bortoli.