Azioni di bontà

Ci sono mitzvòt a cui si dà un peso maggiore, in quanto simboleggiano il rapporto che deve esserci fra esseri umani, tra ebrei. Esse vengono definite dai chakhamim con le seguenti definizioni: Ghemilut Chasadim – Azioni di bontà. Essendo alcune di esse fino al tempo dei nostri padri totalmente sconosciute dalla società dell’epoca, la maggior parte di esse ci vengono insegnate direttamente dal Signore D-o e sono: Hakhnasat orechim – ospitalità; Bikkur Cholim – visite ai malati; nichum avelim – consolare chi è di lutto.
La nostra parashà si apre nel descrivere un Abramo sofferente a causa della milà a cui si era sottoposto da tre giorni. Mentre trova un po’ di ristoro sotto la quercia di Mamré, vede da lontano tre uomini ai quali va incontro in modo solerte per dare loro ospitalità. Egli dà tutto se stesso per far trovare i tre “personaggi” nel massimo dell’agiatezza, adoperandosi con tutta la sua persona per ospitarli: hakhnasat orechim. Tra i tre angeli con aspetto umano vi è Refael il quale, proprio secondo il significato del suo nome “D-o guaritore”, porta ad Abramo guarigione dalla sofferenza fisica dovuta alla milà: bikkur cholim.
L’ultima delle tre mizvot ci viene descritta nella parashà della settimana prossima e ci viene insegnata dal Signore D-o in “persona” quando, recatosi da Isacco, che si trova nella condizione di avél a causa della morte di sua madre, gli porta consolazione e berakhà.

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Venezia