Rinascimento ebraico:
il pensiero, i protagonisti

Il Rinascimento parlò anche ebraico. Ad attestarlo una delle mostre che compongono l’itinerario permanente del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara a cura di Silvana Greco e Giulio Busi. Proprio Busi, ospite del Circolo dei Lettori di Torino, tratterà domani il tema nel corso di una conferenza. L’idea di fondo proposta dallo studioso, docente presso la Freie Universität e direttore dell’Istituto di Studi Ebraici di Berlino, è che non vi sia Rinascimento italiano senza ebraismo. Un tema che sarà esplorato valorizzando il contributo di intellettuali ebrei alle sperimentazioni filosofiche, artistiche e culturali del tempo.
“Senza il Rinascimento – affermava inaugurando la mostra del Meis – l’ebraismo italiano non sarebbe lo straordinario fenomeno culturale, storico e sociale che conosciamo; e senza l’apporto della minoranza ebraica, il Rinascimento italiano non sarebbe ciò che è stato. Perché gli ebrei hanno una tradizione antica, sono presenti nella Penisola da oltre duemila anni, hanno una funzione economica importante, sono utili e ricercati, presenti nelle professioni, vivono ancora insieme agli altri e non relegati nei ghetti, e sono ammessi negli ambienti di corte”.
La conferenza torinese, che prenderà il via alle 17.30, inaugurerà un ciclo di incontri dedicati ad analizzare il pensiero e i protagonisti del rinascimento ebraico e la storia dei principali ghetti italiani. Gli incontri, a cura della Comunità ebraica e dell’Amicizia Ebraico Cristiana con il patrocinio e la collaborazione del Dipartimento di Studi Storici dell’Università, si svolgeranno in presenza e saranno disponibili successivamente sulla pagina web www.aectorino.org e sui canali Youtube di AEC Torino e della Comunità ebraica.