Paolo Ravenna e il suo tempo

Avvocato di fama, ambientalista impegnato, prolifico autore di saggi e pubblicazioni. Oltre che cittadino benemerito di Ferrara “per la grande passione per l’impegno civile sempre profuso lontano da ogni interesse e ambizione di tipo personale”. A dieci anni dalla scomparsa il convegno “Paolo Ravenna e il suo tempo” onorerà domani una delle figure più significative della storia recente della città. Appuntamento a partire dalle 15.30 nella cornice della Biblioteca Ariostea. L’iniziativa, a cura della sezione locale di Italia Nostra, ha tra i suoi propositi quello di approfondire il contesto politico e culturale “che ha reso possibile la formazione di un personaggio di così alto profilo etico e civile”.
“Avvocato, intellettuale, uomo affabile e generoso, Ravenna è stato lungamente attivo nella riscoperta e nella valorizzazione del patrimonio culturale ferrarese e del significativo contributo ad esso apportato dalla Comunità ebraica. Al suo fianco in particolare ho avuto il privilegio di veder prendere forma il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah. Una sfida dai molteplici risvolti che lo entusiasmava e di cui era stato, con grande lungimiranza, tra i primissimi ideatori” il cordoglio espresso allora dal Presidente UCEI Renzo Gattegna. “Quando si spegne una voce come quella di Paolo Ravenna se ne va irreparabilmente un pezzo della cultura critica italiana e nel contempo un elemento fondamentale di quel legame d’amore forte e profondo che caratterizza il rapporto fra l’ebraismo e l’Italia tutta, intesa come territorio, beni artistici, panorama umano e intellettuale”, osservava lo storico Gadi Luzzatto Voghera. “Aveva scelto la professione di avvocato, sulle orme del padre, e come il padre aveva da subito colto l’imprescindibile necessità di operare attivamente per il recupero e la salvaguardia di un territorio come quello di Ferrara che sentiva profondamente suo”.
Paolo Ravenna era nato a Ferrara nel 1926 e dodicenne dovette abbandonare la scuola pubblica in seguito alla promulgazione delle leggi razziste. Iniziò così a frequentare la scuola ebraica di via Vignatagliata dove ebbe tra i docenti Giorgio Bassani. Nel 1943 si salvò dalla deportazione con l’esilio in Svizzera, dove conobbe, tra gli altri, Antonio Cederna. Bassani e Cederna, si ricorda nel presentare l’evento, “furono fondamentali per il suo successivo impegno per la tutela del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico del Paese, concretizzatosi con l’iscrizione ad Italia Nostra”. Ravenna fu poi presidente della sezione di Ferrara dal 1978 al 2003 e componente del Consiglio Nazionale per 25 anni, periodo durante il quale ebbe modo di collaborare e di consolidare l’amicizia con Bassani.
Fondamentale, si evidenzia ancora, “l’apporto dell’impegno di Ravenna per la tutela del territorio del Delta del Po, per il recupero e restauro della Mura di Ferrara, per la creazione del Parco Urbano (da lui significativamente definito ‘L’Addizione Verde’), per la tutela e valorizzazione dei beni culturali ebraici, per la presenza di strutture universitarie in importanti edifici del centro storico e per la difesa e il potenziamento del patrimonio artistico pubblico della città”.
Aprirà l’incontro una introduzione di Daniele Ravenna, il figlio di Paolo. Interverranno poi Vittorio Sgarbi (presidente di Ferrara Arte), Alberto Cavaglion (“Ebraismo, laicità, paesaggio”), Valdo Spini (“Dal Partito d’Azione a Italia Nostra, percorsi di un impegno civile”), Gianni Venturi (“L’ambiente artistico di Ferrara fra gli anni ’30 e ’50 del Novecento”, Francesco Erbani (“Paolo Ravenna e gli amici: Bassani, Cederna, Iannello, Vigevano”). E ancora, tra gli altri, Gianni Losavio e Gherardo Ortani. Concluderà l’evento Andrea Malacarne (“Paolo Ravenna e la Ferrara di fine ‘900”).
L’iniziativa, che ha tra gli altri i patrocini di Comune e Meis, sarà condotto dal presidente di Italia Nostra Ferrara Giuseppe Lipani.

Sarà possibile seguire l’incontro in diretta streaming sulla pagina Youtube della Biblioteca Ariostea cliccando qui