Nove ottobre: fatti e domande aperte

Coltivare la conoscenza del 9 ottobre 1982 “è un fatto doveroso”, un approfondimento necessario per comprendere portata e matrice “di una vicenda che rappresenta un’offesa all’intero popolo italiano”. È il pensiero espresso dal ministero dell’Interno Matteo Piantedosi nel portare un saluto alla conferenza “Nove ottobre 1982. L’attentato al Tempio Maggiore di Roma 40 anni dopo” in svolgimento nella sede dell’Archivio Centrale dello Stato su iniziativa della Comunità ebraica cittadina. Nel soffermarsi su quei fatti il ministro ha invitato a tenere alta guardia e consapevolezza, anche in considerazione di un tempo presente in cui alcuni impulsi “hanno trovato un diverso modo di esprimersi”. Riferimento, quest’ultimo, a un episodio di cronaca: il blitz che ha permesso l’arresto di alcuni aderenti a una rete neonazista. Per Piantedosi “un campanello d’allarme in contesti che mai avremmo immaginato”. A illustrare il senso della conferenza la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello: “Quella dell’attento alla sinagoga è una pagina buia di storia italiana che vede ancora troppe, moltissime domande aperte. Alle emozioni bisogna aggiungere le riflessioni, la Comunità merita delle risposte”. Risposte che, ha evidenziato, “in gran parte mancano”. Assenti in questo senso “sono la giustizia, un colpevole: nessuno ha mai scontato un giorno di pena”. La presidente degli ebrei romani, in apertura di intervento, ha ricordato la recente commemorazione insieme al Capo dello Stato Sergio Mattarella. E in particolare l’inaugurazione di un nuovo Sefer Torah in memoria del piccolo Stefano Gaj Taché (la cui vita fu spezzata dai terroristi palestinesi all’età di due anni). Per Livia Ottolenghi, assessore alle Politiche Educative UCEI, il convegno “ha il merito di far luce su un episodio che richiede attenzione maggiore, un approfondimento in più: servono delle risposte”. Ottolenghi ha poi proposto un ricordo personale: “Avevo vent’anni quel giorno. Eravamo insieme ma tutti soli perché, in quel momento, ognuno viveva il proprio lutto”. Un attacco, la sua riflessione, “al cuore dello stato e dell’ebraismo italiano”. A precederlo un clima d’odio “di settimane e mesi” e “una campagna di stampa che ha alimentato tra gli ebrei una sensazione di isolamento e accerchiamento”. Per il direttore generale e sovrintendente dell’Archivio Centrale dello Stato Andrea De Pasquale “parliamo di una data dolorosissima nella storia della Capitale” e di “una ferita ancora aperta: un dramma per decine di famiglie e per tutta una comunità”. La conferenza, ha poi aggiunto, “ci darà la possibilità di affrontarla da molteplici punti di vista: l’Archivio Centrale, per le sue caratteristiche, è il luogo ideale per farlo”. Collegato a distanza rav Riccardo Di Segni, il rabbino capo di Roma: “A distanza di 40 anni – le sue parole – le emozioni non si sono spente. Una riprova di ciò la abbiamo avuta con l’inaugurazione del Sefer Torah”. A detta del rav la conferenza “costituisce un momento necessario di riflessione: come altri ‘misteri italiani’, anche questo è in attesa di verità”. La sensazione è che ciò sia avvenuto anche a causa “della resistenza di un sistema che ha impedito di catturare i responsabili e di capire cosa è successo”. Sullo sfondo una retorica agghiacciante, “l’immagine standardizzata degli ebrei che da vittime si erano fatti carnefici, uno slogan che purtroppo ha fatto breccia”.
Il convegno è proseguito con una sessione di approfondimento su “cosa sappiamo e cosa resta ancora da chiarire” a proposito di quelle ore. Insieme alla presidente Dureghello, moderati dalla direttrice di Shalom Ariela Piattelli, sono intervenuti il prefetto Franco Gabrielli, l’avvocato Joseph Di Porto dell’associazione 9 ottobre 1982, il direttore del quotidiano La Repubblica Maurizio Molinari. Nella prima giornata di lavori, in varie sessioni dedicate, al centro questioni come il “clima politico in cui maturò l’attentato e le sue conseguenze” (moderati da Elisabetta Fiorito, hanno preso la parola gli ex presidenti della Commissione Esteri Piero Fassino e Fabrizio Cicchitto, il vicepresidente della Comunità ebraica Ruben Della Rocca, lo studioso di storia del cristianesimo Alberto Melloni). In evidenza anche i cambiamenti interni alla Comunità (tra i relatori di questa sessione il rav Benedetto Carucci Viterbi, l’ex presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici e Alex Zarfati dell’associazione 9 ottobre 1982, moderati da Luca Spizzichino e Michelle Zarfati) e un’analisi degli atti di terrorismo compiuti contro le comunità ebraiche d’Europa. A confrontarsi, moderati da Daniele Toscano, i docenti universitari Daniele Caviglia e David Meghnagi e Simona Greco dell’Archivio Centrale. Il convegno riprenderà nella giornata di domani, accogliendo tra le altre la testimonianza di Gadiel Gaj Taché.