Ricostruire case di Memoria,
il progetto di Meis e Fondazione 1563

“Ho fotografato nella mente la disposizione dei mobili di quell’appartamento. Potrei disegnarli, anche a distanza di così tanti anni”, raccontava a Pagine Ebraiche la senatrice a vita Liliana Segre. L’appartamento era quello in via Magenta 55, a Milano. Il luogo che per dodici anni aveva chiamato casa e che le fu strappato a causa delle persecuzioni anti-ebraiche avviate dal fascismo. Come a lei, a migliaia di altri ebrei toccò lo stesso destino: vite sconvolte con abitazioni e beni sequestrati, tutti puntigliosamente descritti e documentati dalla burocrazia fascista. Storie di uomini, donne, bambini privati del luogo che consideravano più sicuro, la casa. A ricostruirne ora parte di questo patrimonio di memorie, proprio a partire dalla casa, il nuovo progetto Remembr-House, promosso dalla Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo di Torino e dalla Fondazione Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-MEIS di Ferrara, che si è aggiudicato un bando europeo parte del programma Citizens, Equality, Rights and Value.
L’iniziativa, rivolta a docenti, educatori e studenti, lavora sulle carte – conservate all’Archivio storico della Compagnia di San Paolo – del Servizio Gestioni Egeli dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino, delegato al sequestro e alla gestione dei beni sequestrati agli ebrei in Piemonte e Liguria dopo le leggi razziste del 1938. Questi documenti descrivono le case stanza per stanza, riportano gli oggetti conservati nei cassetti e negli armadi: dal tavolo da cucina alla cornice porta ritratti, dal comodino da notte alla biscottiera in metallo. Remembr-House si propone di far rivivere quelle stanze e quegli oggetti perduti per costruire una memoria consapevole. “Il concetto portante del progetto – spiegano i promotori – è la casa, soggetto conosciuto e condiviso che facilita l’empatia e consente di attivare riflessioni sotto differenti prospettive e riferimenti contemporanei: casa come famiglia, rifugio, vita quotidiana, sicurezza, spazio privato, spazio segreto, trappola”. Attraverso le carte di una tragedia del passato dunque si apre una riflessione anche sul presente.
Remembr-House prenderà il via in queste settimane e prevede attività di training per i docenti, workshop e laboratori con i ragazzi, eventi di divulgazione, contenuti multimediali, la realizzazione di manuali e kit didattici in formato bilingue.
Cuore dell’iniziativa, il modulo laboratoriale, con la realizzazione di una propria casa della memoria: a partire dalle fonti archivistiche, la comprensione e la riflessione personale dei ragazzi sui temi trattati si concretizzerà nella creazione della propria Remembr-House, un modello in scala 1:20, in cui interagiscono ricerca, storytelling e sperimentazione creativa.
Un contest deciderà i migliori progetti di “case” che potranno essere riprodotte con una modalità di “mostra in scatola” e ospitate in diverse location. “È una iniziativa originale, ambiziosa e dal grande valore in ambito di didattica della Shoah. Siamo certi che la risposta dei docenti e degli studenti sarà positiva oltre le aspettative”, sottolinea il presidente del Meis Dario Disegni. Di un collaborazione importante parla Piero Gastaldo, presidente Fondazione 1563. Vincere il bando europeo, spiega Gastaldo, “è un vero traguardo che conferma l’impegno civile nella valorizzazione dell’Archivio Storico. La prestigiosa partnership con il Meis non potrà che essere virtuosa per lo sviluppo delle competenze professionali in campo formativo e per l’internazionalizzazione del network in ambito europeo”.