Gli eroi della Brigata Ebraica, a Piangipane per non dimenticare

“Ricordare oggi la Brigata Ebraica in un’Italia che spesso dimentica, o tende a dimenticare, non è solo un impegno, o una ricorrenza, ma è un dovere che abbiamo come ebrei italiani e prima ancora come cittadini di questo Paese”, così il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giulio Disegni, nel suo intervento letto nelle scorse ore dal Consigliere UCEI David Menasci in occasione della cerimonia al cimitero alleato di Piangipane (Ravenna) per celebrare la memoria e l’eroismo della Brigata Ebraica. Un’iniziativa promossa dalla Comunità ebraica di Ferrara, rappresentata dal rabbino capo rav Luciano Meir Caro e dal presidente Fortunato Arbib, che assieme alle istituzioni civili e militari hanno ricordato il ruolo dei volontari ebrei arrivati dalla Palestina mandataria per liberare l’Italia dal nazifascismo.
La Brigata Ebraica, come unità autonoma inquadrata nell’VIII Armata del Generale Montgomery, nacque nel settembre 1944 per volontà di Winston Churchill che dichiarò “mi è sembrato opportuno che un’unità formata esclusivamente da soldati di questo popolo, che così indescrivibili tormenti ha subito per colpa dei nazisti fosse presente come formazione a se stante”. “Un gruppo ebraico – ha spiegato Disegni – si vedeva così assegnato un compito specifico e un ruolo di indubbia importanza e i giovani volontari ebrei che la costituivano ai primi di novembre ‘44 sbarcarono a Taranto per raggiungere le truppe alleate lungo la Linea Gotica”. In cinquemila parteciparono alla lotta di Liberazione, risalendo la penisola e concentrando lo sforzo bellico nelle zone di Piangipane, Mezzano e Alfonsine, poi con il Gruppo di Combattimento Friuli nella zona di Riolo Terme, Brisighella, Cuffiano. La Brigata Ebraica si distinse per il suo impegno e non a caso nel 2018 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella le ha conferito la
Medaglia d’oro al valor militare.