Verso gli Stati generali
Ebrei nella Storia

I processi cognitivi, i sistemi di valore, i modi di pensare non possono essere formalizzati e ricondotti a un’unica disciplina. Se è già complicato ragionare sull’ossatura del sapere necessario per comprendere la realtà e operare proprie scelte, risulta ancora più difficile affrontare i limiti dell’educazione formale rispetto alle molteplici forme di accesso al sapere e alla cultura. Come deve operare il sistema educativo se la formazione ai valori avviene non solo attraverso la famiglia ma grazie a una molteplicità di fonti di informazione, indirizzo, condizionamenti? Che ruolo giocano le discipline? Quale connessione esiste tra conoscenze, affetti, valori? E, soprattutto, come vanno ridefiniti i contenuti della formazione?
La recente, importante, ricerca su “I valori dell’Europa” (Treccani, Roma, 2021) pone al centro dell’analisi la tendenziale modifica della popolazione europea, con una progressiva riduzione di quella indigena, sempre più anziana, e un incremento della popolazione di origine immigrata, più giovane e dinamica. La prima, di prevalente formazione cristiana, partecipa del processo di secolarizzazione che caratterizza le società occidentali. La seconda, in parte significativa di cultura islamica, non ha esperienza della dinamica complessa tra potere civile e tradizione religiosa, in alcuni casi alla base di conflitti cruenti. Gli ebrei sono una piccola minoranza che partecipa di questa trasformazione sociale.
La riflessione odierna su norme comuni di convivenza è, per questo, in Europa, un tema di nuova attualità: la laicità dello Stato e le regole di rispetto reciproco si presentano come un tratto distintivo della tutela della democrazia e della ridefinizione della stessa un’identità politica dell’occidente. La presenza di una prima, seconda o terza generazione di immigrati rendono questi temi il fulcro dell’educazione sociale e morale delle generazioni future.
La costruzione delle identità sociali come processo storicamente, geograficamente, culturalmente connotato.
In ambito ebraico il chiaro riferimento a una Tradizione, il rilievo della relazione con Israele, la memoria della Shoah sono dei capisaldi nella formazione dei nostri giovani. Si delinea, peraltro, con maggiore forza rispetto al passato la pianificazione di percorsi formativi che tengano conto dei principi fondamentali della democrazia nel nostro Paese. L’obiettivo di una società egualitaria e sostenibile non appare garantito da un approccio fondato sulle sole variabili economiche: esige un’elaborazione che fornisca, nella inevitabile diversità delle posizioni, un riferimento etico che leghi la salvaguardia di una minoranza alla tutela dei diritti collettivi di uguaglianza.
Da ciò la necessaria riflessione sui contenuti della formazione e la ridefinizione – per la verità continua, nella propria lunga storia, da parte degli ebrei – di sé nei mutati contesti di vita, di lavoro, di relazione di costruzione della società e della cultura nazionale.

Saul Meghnagi, pedagogista e Consigliere UCEI

(21 novembre 2022)