Rossella Tedeschi Fubini (1940-2022)

Insegnante per molti anni della Scuola ebraica di Torino, a lungo punto di riferimento per l’Associazione Figli della Shoah nonché di quella per il Dialogo ebraico-cristiano, Rossella Tedeschi Fubini ha lasciato un segno importante nell’ebraismo torinese e non solo. Nelle scorse ore a Gerusalemme i suoi cari le hanno dato l’ultimo saluto. “È stata una persona dolcissima, piena di una grandissima umanità con una storia drammatica alle spalle. Ha avuto un ruolo importante e significativo per la comunità, ma anche per l’intera città”, il ricordo di Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino. Nata a Milano nel 1940, la sua vita sarà segnata dalla tragedia della Shoah, con la deportazione dei genitori Giuliana Fiorentino e Giorgio Tedeschi quando lei aveva poco più di tre anni. “Io non ho ricordi diretti di quella notte dell’aprile del 1943, quando mia mamma e mio papà sono stati prelevati dai nazisti dalla nostra casa torinese per essere deportati nei campi di concentramento – racconterà in un’intervista -. Quella notte la nostra domestica ha salvato me e mia sorella, e successivamente ci ha nascoste in diversi luoghi, tra cui un convento, fino alla fine della guerra. È stata una donna straordinaria che ci ha salvato la vita mettendo a rischio la sua”.
Il padre, architetto con la passione per la pittura ereditata dalla madre Eleonora Levi, morirà ad Auschwitz. Dall’oblio del lager tornerà solo la madre, anche lei insegnante come lo diventerà Rossella. “Mia madre nel 1938 aveva appena ottenuto una cattedra per insegnare in un liceo e non poté farlo. – ricordava Rossella Tedeschi in un colloquio con La Stampa – Mio padre era architetto. Lavorava a Milano, insieme con Gio Ponti. Con lui ha elaborato tantissimi progetti, ma non ha potuto firmarli. Era già tanto se lo pagavano. Disegnava magnificamente ma, essendo daltonico, realizzò tante opere a carboncino o a matita. Pochi anni fa a lui e alla madre Eleonora, anch’ella pittrice, è stata dedicata la mostra “Percorsi interrotti” alla Biblioteca Nazionale”. Una mostra inaugurata nel 2017 che ha rappresentato per Rossella Tedeschi Fubini il coronamento di un sogno. “Era un suo fortissimo desiderio poter realizzare quell’esposizione e ricordo la sua grande felicità quando fu possibile inaugurarla”, sottolinea Disegni. “Aveva poi un altro sogno: quello che Torino riconoscesse il contributo della madre. Giuliana Fiorentino Tedeschi è stata infatti una voce fondamentale per la Memoria, con molti incontri nelle scuole e in altre occasioni pubbliche. La sua Testimonianza è raccolta in alcuni libri dalla forza straordinaria, come Questo povero corpo. – ricorda ancora Disegni – Rossella ci teneva che questo impegno civile venisse in qualche modo onorato. Purtroppo non lo vedrà, ma sapeva che ci si stava muovendo in questa direzione”. Grazie infatti all’impegno della Associazione ebraico-cristiana di Torino, di cui Tedeschi faceva parte, e alla Comunità ebraica locale presto ci sarà uno spazio in città dedicato a Giuliana Fiorentino Tedeschi. “L’iter è in fase avanzata – sottolinea Disegni – Sarebbe stato bello avere Rossella con noi, ma è comunque importante che il suo secondo sogno si realizzi”.
Moglie di Enrico Fubini, Rossella Tedeschi ha insegnato per molti anni materie letterarie alla scuola ebraica. Un impegno ripreso anche negli ultimi anni, avendo curato per l’Università della Terza età di Torino il corso “Da Gerusalemme a Gerusalemme”. Aveva inoltre firmato due libri di poesie editi da Giuntina Davar e Piccolo cielo.
Che la sua memoria sia di benedizione.