Il sogno della scala

Nella tradizione ebraica – popolare e mistica – il sogno ha avuto sempre un posto predominante. Non c’è e non c’è stato chi non abbia sognato almeno una volta nella sua vita e che non sia rimasto colpito positivamente o negativamente da esso.
Nella tradizione profetica troviamo scritto: “Va chalomot shav jedabberu – e i sogni parlano il vano”; viceversa alcuni tra i maestri della tradizione mistica – la qabbalà – sostengono che il sogno abbia un valore di profezia, sia in positivo che non. Si discute nella tradizione rabbinica se addirittura fare un digiuno nel caso in cui il sogno lasci particolarmente turbato chi lo fa.
In tutta la Bibbia si racconta di molti personaggi che sognano: appartenenti al nostro popolo e non. Nel libro di Bereshit sono molti i sognanti: Giacobbe, Giuseppe – definito dai suoi fratelli “ba’al ha chalomot – signore dei sogni”; sogna il faraone: Giuseppe lo interpreterà, rassicurandolo; sognano il coppiere e il panettiere e a ognuno di essi verrà data un’interpretazione a seconda della situazione. Nella nostra parashà si parla del sogno, forse il più famoso di tutti, in cui si descrive tutto il destino del popolo ebraico: la scala con gli angeli divini che salgono e scendono. Giacobbe ne diverrà il protagonista principale e, attraverso di esso, conoscerà il destino del popolo che in seguito porterà il suo nome: Israel.
Egli nel sogno assisterà e sarà parte integrante della storia del nostro popolo, che sarà un alternarsi di sofferenze e di gioie. Per raggiungere la gioia e la completezza, però, bisognerà sempre trascorrere periodi più o meno lunghi di persecuzioni e sofferenze.
Nulla è sicuro, ma la fede di Giacobbe – Israel è talmente forte che riuscirà a sconfiggere chiunque tenterà di annientarlo.

Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Venezia

(2 dicembre 2022)