“Fondazione Museo della Shoah,
un bilancio sociale
per costruire insieme il futuro”

Fornire una rappresentazione d’insieme su un piano sia qualitativo che quantitativo. Rendicontare le iniziative promosse e garantire così piena trasparenza nei confronti dei portatori d’interesse. È il duplice obiettivo del primo Bilancio Sociale realizzato dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma. Un documento che il suo presidente Mario Venezia qualifica come di “necessaria rottura e innovazione”, oltre che un tramite per proiettarsi “con più consapevolezza” verso nuove idee e sfide. Una delle quali potrebbe essere la prossima apertura di un cantiere destinato alla realizzazione del museo. Conferma Venezia, riallacciandosi a quanto emerso durante l’avvio degli Stati Generali dell’Ebraismo Italiano: “Siamo al lavoro per trovare le migliori soluzioni condivise”. Nell’occasione il ministro della Cultura aveva annunciato l’intenzione di “adoperarsi attivamente per la realizzazione” di tale realtà.
Storia della Fondazione, mission, finalità. L’impegno nella ricerca storica e al fianco dei giovani. Le numerose occasioni d’incontro organizzate durante l’anno. Questo e molto altro all’interno di un documento che si pone come un nuovo strumento di cui tener conto per “pianificare la strategia, valutando i punti di forza e debolezza delle pratiche attuate”. L’auspicio in questo senso è che possa costituire “un valido collante per un futuro di condivisione e impegno crescente”.
Il Bilancio Sociale si riferisce al 2021. Ma, annuncia Venezia, “siamo già al lavoro per completare quello relativo al 2022”. Questi intanto alcuni numeri raccolti e diffusi. Nel 2021, un anno di forte distanziamento sociale, la Fondazione ha accolto comunque 21167 visitatori nella sua sede, coinvolto 3751 studenti con i progetti di alternanza scuola/lavoro, collaborato con 38 istituti. Una rete ampia per trasmettere l’importanza del “valore della parità”. Funzionale a ciò l’azione svolta per promuovere “un ambiente sociale e lavorativo coeso, che agisca con passione e creda profondamente nella lotta contro qualsiasi tipo di discriminazione”. In evidenza tra gli altri il concetto che “gli importanti risultati uniti a un grado di approfondimento e di minuziosa ricerca” raggiunti nel corso degli anni “non sarebbero stati possibili senza l’incessante apporto di studiosi e collaboratori”. Ma soprattutto senza l’aiuto “dei volontari, instancabili guide museali e protagonisti delle numerose recensioni positive” ricevute dalle mostre ospitate di volta in volta alla Casina dei Vallati. Significativo, aggiunge Venezia, anche “il forte impegno per la trasmissione della Memoria e la dedizione alle attività sociali dimostrataci quotidianamente dalle istituzioni, dai nostri donors e da tutti coloro che offrono il proprio contributo con tempo, idee e affetto”. Un network “che genera valore” e che è il primo destinatario di questo sforzo.
(Nell’immagine: il Presidente della Repubblica Mattarella in visita alla Fondazione Museo della Shoah)