Il golpe sventato
Decine di arresti e perquisizioni in Germania e non solo. Un’operazione ad ampio raggio con cui la polizia tedesca ha smantellato una rete di estrema destra che era pronta ad assaltare il Bundestag, il parlamento tedesco, per provare a sovvertire l’ordine dello Stato. “La Procura federale, che ha ordinato l’azione, ha spiegato che si tratta di una rete strutturata e ben connessa, – scrive il Corriere della Sera – che si ispira alle teorie del gruppo cospirativo QAnon e dei Reichsbürger, i cittadini del Reich, movimento di estrema destra fondato negli Anni Ottanta, che considera la Germania un Paese non sovrano, governato da un Deep State, uno Stato profondo instaurato dagli Alleati dopo a fine della Guerra”. I Reichsbürger, che teorizzano la rinascita del Reich, si rifiutano di obbedire alle leggi e non pagano le tasse, conterebbero intorno a 20 mila membri, di cui 1150 sono considerati “pericolosi per la democrazia” dall’intelligence tedesca. Tra questi un ex comandante dei paracadutisti e un vecchio aristocratico, arrestati e considerati il vertice del gruppo dei golpisti. Repubblica descrive in particolare il secondo, il principe Enrico XIII Reuss, come un complottista, antisemita, no vax, appassionato di esoterismo, che la famiglia considera “un anziano un po’ rimbambito”. Con alle spalle però un’organizzazione eversiva che, evidenzia il Foglio, contava anche su “ex militari di reparti speciali sia della Bundeswehr sia delle estinte forze armate della Ddr, a conferma che le regioni dell’est tedesco sono il primo serbatoio dell’antistato in Germania”.
Domani rileva invece come “una delle particolarità della cellula sgominata ieri è il fatto che stabilisce un legame con il partito di estrema destra AfD: l’ex deputata arrestata che nel piano del golpe avrebbe dovuto garantire l’accesso al parlamento in passato apparteneva alla corrente moderata del partito, ma si sarebbe radicalizzata negli ultimi tempi”.
L’Italia e l’estremismo di destra. Alla luce di quanto accaduto in Germania, uno degli interrogativi è quale sia la situazione nel nostro paese. Un’analisi la propone su Repubblica l’esperto di estremismi Lorenzo Vidino, secondo cui anche in Italia la retorica dell’estrema destra acquista terreno. Quest’ultima, scrive Vidino, si ispira sempre più a idee che arrivano dagli Usa, “dal suprematismo razziale all’accelerazionismo, cioè la volontà di precipitare la società in un conflitto razziale ritenuto alla lunga inevitabile”. Non è raro, spiega ancora l’esperto, “osservare trasversalità tra le varie forme di estremismo, con estremisti di destra che esprimono ammirazione per il mondo jihadista. I collanti che uniscono questi mondi sono nemici comuni (ebrei, omosessuali, donne, le élite…) e una fascinazione patologica per l’ultraviolenza”. Dal punto di vista investigativo “il nostro sistema pare in grado di gestire il fenomeno, anche se – avverte Vidino – è inevitabile che in uno scenario così fluido schegge impazzite possano sfuggire”. E per questo l’invito dell’esperto è di implementare misure preventive per prevenire derive di radicalizzazione.
Denunciare chi odia. Sono ventiquattro le denunce presentate dalla senatrice a vita Liliana Segre contro chi l’ha minacciata e offesa negli ultimi mesi sui socia e via mail. Messaggi di “odio di natura diffamatoria, spesso di carattere antisemita e contenenti auguri di morte”, si evidenzia nella denuncia sporta ai carabinieri a Milano. Tra i denunciati, riporta il Giorno, anche un ex volto televisivo: Gabriele Rubini, noto anche come Chef Rubio. “Il cuoco – sottolinea il Giorno – non è nuovo peraltro alle cronache non televisive tra insulti a Israele e polemiche antisemite”.
Combattere l’antisemitismo Usa. Il Foglio racconta dell’impegno di Doug Emhoff, il primo second gentleman della storia americana, nella lotta contro l’antisemitismo, “tema assurdamente ancora centrale nel dibattito politico. Non è solo per Kanye West, con la sua svastica-stella di David che gli è costata la sospensione nel nuovo Twitter libertario di Elon Musk, ma anche per la presenza del negazionista dell’olocausto Nick Fuentes a Mar-a-Lago a cena con Trump e di vari protagonisti delle midterms che, per fortuna, non sono stati eletti”. Il sentimento antiebraico negli Usa, evidenzia il Foglio, “sembra più vivo che mai, a tutti i livelli della società”. E su questo fronte si è impegnato Emhoff che, scrive il quotidiano, “ha ritrovato nella sua ebraicità, un ruolo chiave in un momento in cui i rischi democratici fomentati dalla base trumpiana si sono mossi di pari passo con il suprematismo bianco e l’antisemitismo”. Da tempo si chiede a Biden di creare una task-force ufficiale che si concentri sull’antisemitismo nel paese, ed Emhoff, la valutazione del Foglio, “potrebbe essere l’uomo giusto a guidarla”.
Il nuovo Comitato nazionale di Bioetica. È stato rinnovato ieri con decreto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il nuovo presidente del Comitato è Angelo Luigi Vescovi, biologo, farmacologo, direttore scientifico della Casa Sollievo della Sofferenza. Tre, riporta La Stampa, i vicepresidenti: rav Riccardo Di Segni, medico e rabbino capo della Comunità ebraica di Roma. Per lui è una riconferma. Mauro Ronco, professore emerito di diritto penale dell’università di Padova e Maria Luisa Di Pietro, docente associato nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Secondo la Stampa il nuovo Comitato avrà “una forte impronta cattolica”. L’articolo si sofferma in particolare sulle posizioni di Ronco che, si legge, “ha espresso dubbi su salute riproduttiva e diritti di genere”. Avvenire riporta invece il commento di rav Di Segni sul lavoro svolto dal Comitato in particolare negli ultimi due anni legati all’emergenza sanitaria. “Abbiamo prodotto documenti attuali che hanno orientato le scelte strategiche. Quello a cui tenevo – le sue parole – è che nel rinnovo del Cnb ci fosse sempre attenzione alla pluralità e alla diversità, perché la sua autorevolezza è legata anche a questo fattore. Quando i diversi orientamenti trovano delle linee comuni c’è forza in quello che si dice. Mi auguro che questo Comitato possa svolgere questa funzione”.
Ucraina, passato e presente. Diversi quotidiani riportano le parole di papa Bergoglio che, durante l’udienza generale di ieri, ha richiamato l’anniversario della “Operazione Reinhard”, che durante la Seconda guerra mondiale provocò “lo sterminio di quasi due milioni di vittime, soprattutto di origine ebraica”. “Il ricordo di questo evento orribile susciti in tutti noi propositi e azioni di pace. E la storia si ripete, si ripete. Vediamo adesso cosa succede in Ucraina. Preghiamo per la pace”, ha dichiarato Bergoglio. “Il paragone è lapidario, – commenta il Corriere della Sera – con buona pace della propaganda di Putin sulla ‘denazificazione’ dell’Ucraina”.
Diritti e riconoscimenti. I genitori dello stesso sesso e i loro figli “dovrebbero essere riconosciuti come una famiglia” in tutti quanti gli Stati membri dell’Unione europea “senza alcuna procedura speciale”. È il principio alla base di una proposta di regolamento avanzata dalla Commissione Ue. “Non è così ovunque. – spiega il Corriere – In Italia, per prima, non è così. Se due mamme o due papà arrivano, per esempio, dalla Francia, dove sono stati riconosciuti genitori, in Italia non hanno diritto a comparire tutti e due nei documenti del figlio dove ci sarà quindi trascritto soltanto il genitore biologico”. Nel nostro paese, aggiunge il quotidiano, la proposta della Commissione – che non vincola i paesi membri perché interviene in una materia di loro esclusiva pertinenza come il diritto di famiglia – è stata fortemente contestata da diversi membri della maggioranza.
Mondiali. Tra le sorprese di questo mondiale in Qatar c’è sicuramente la nazionale marocchina, qualificatasi per la prima volta ai quarti di finale. Repubblica racconta come la sua vittoria sia stata celebrata anche oltre i confini del paese e non senza riflessi politici. “Il Marocco si è ingrandito ed è sempre più global. – si legge nell’articolo – Bandiere marocchine nelle strade di Ramallah, la capitale amministrativa della Palestina, e a Nablus, feste a Gaza dove il Qatar ha provveduto a installare un maxischermo per far vedere gratis le partite. Ma celebrazioni anche a Dimona nel sud di Israele dove vive una comunità di emigranti ebrei dal Marocco”. Il pezzo fa poi riferimento alla bandiera palestinese mostrata dai giocatori marocchini dopo la vittoria agli ottavi con la Spagna: “bandiere della Palestina mostrate sul campo per affermare che il calcio non cancella la storia, – il commento di Repubblica – ma che a volte bisogna vincere per sventolarla”. Parlando di tifo, il Corriere segnala invece come a Verona tredici ultrà di destra legati alla curva dell’Hellas sono stati fermati perché considerati responsabili dell’attacco, con manganelli e catene, contro alcuni tifosi marocchini.
Daniel Reichel