“Iran, il regime imploderà”

L’Iran ha assassinato il primo dei condannati a morte per le proteste anti-regime. Si tratta del 23enne Mohsen Shekari, arrestato a fine settembre per aver bloccato una strada a Teheran e ferito un membro delle forze paramilitari. Il tribunale, riporta tra gli altri il Corriere, “l’ha giudicato colpevole di ‘inimicizia contro Dio’, sostenendo che il ragazzo avrebbe confessato di essere stato pagato da un conoscente per attaccare le forze di sicurezza”. Una dichiarazione estorta, secondo gli attivisti per i diritti umani, “per avvalorare la tesi che siano ‘entità straniere’ a fomentare la piazza”.
Sdegno globale per quest’ulteriore deriva. L’Unione europea starebbe ora valutando “se imitare la scelta degli Stati Uniti, che nel 2019 hanno posto i Guardiani della rivoluzione nella lista delle organizzazioni terroristiche” (Corriere). “Governo italiano, è arrivata l’ora del coraggio” titola La Stampa, segnalando le parole di condanna espresse in serata da premier e ministro degli Esteri. L’attesa di alcune ore rispetto agli eventi si spiegherebbe “con la tradizionale cautela della politica estera italiana e il presumibile imbarazzo diplomatico dopo l’ottenimento della liberazione di Alessia Piperno”.
Voce anche gli intellettuali. Azar Nafisi, scrittrice in esilio, dice a Repubblica: “L’Iran di oggi è come il Sudafrica dell’apartheid, da noi il razzismo è contro le donne ma il regime perderà anche questa volta”. Secondo Nafisi, il regime starebbe spingendo se stesso contro il muro: “Non può farcela. Imploderà come avvenuto con il Sudafrica davanti alla sfida di Nelson Mandela”.

C’è anche Chef Rubio, all’anagrafe Gabriele Rubini, tra i 24 profili di “haters” denunciati dalla senatrice a vita Liliana Segre. A fargli compagnia in questo elenco, segnala Repubblica, “i filoputiniani che la minacciano perché è solidale col popolo ucraino aggredito dalla Russia”, così come “qualunquisti e disfattisti che l’hanno insultata il mese scorso per la scorta che le è stata assegnata tre anni fa, gente che le augura di morire così da consentire ‘un risparmio allo Stato’”. E infine “gli antisemiti classici e quelli che odiano Israele che la prendono di mira in quanto ebrea che si spende contro i pregiudizi, le discriminazioni, il razzismo”. Così Massimo Gramellini, nel suo Buongiorno sulla prima del Corriere: “Appena ha saputo che Liliana Segre lo aveva denunciato per le minacce ricevute online, Chef Rubio è tornato ad attaccarla, imputando alla senatrice a vita di non essersi mai pronunciata sui crimini commessi dall’esercito israeliano ai danni dei palestinesi. Come se, in quanto ebrea, soltanto una presa di posizione contro la politica di Israele la legittimasse a parlare in pubblico dell’Olocausto”. Con la stessa logica, scrive Gramellini, “Chef Rubio avrebbe stroncato ‘Se questo è un uomo’ perché Primo Levi si era limitato a raccontare i lager, tacendo sulla ricchezza dei Rothschild”. Molti giornali parlano di queste 24 denunce e del loro significato. Qualche titolo: “La cucina dell’odio” (La Stampa); “Segre denuncia 24 persone. C’è anche Chef Rubio” (Il Fatto Quotidiano); “La Segre si cucina Chef Rubio” (Libero).

Secondo il Giornale la Germania avrebbe “digerito” il tentativo di golpe sventato dalle autorità senza particolari emozioni e inquietudini. A incidere, si legge, “il temperamento più flemmatico dei tedeschi o la scarsa credibilità del gruppo di Reichsbürger, i nostalgici del Reich guglielmino, guidati da un aristocratico 71enne con la giacca di tweed”. Chi ha espresso la sua preoccupazione è il mondo ebraico. “La portata di questa rete è sconcertante. Le menti di queste persone possono essere confuse, ma il pericolo da destra è reale” l’avvertimento del presidente del Consiglio centrale ebraico Josef Schuster.

Intervistato dal Corriere del Veneto, il sindaco di Verona Damiano Tommasi parla delle violenze compiute da estremisti di destra ai danni dei tifosi marocchini che stavano festeggiando il passaggio del turno al Mondiale di calcio. Questa, al riguardo, la sua posizione: “Non sta a me decidere come e quale sia il modo migliore, ma credo che ci siano gli strumenti per trovare elementi di positività che possano andare ad affrontare questi discorsi cogliendo nel tessuto sociale. È lì che c’è la possibilità di capire cosa succede e qual è la finalità che hanno questi gruppi quando intervengono così”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(9 dicembre 2022)