Elena Di Porto, la vera storia

Il nome di Elena Di Porto aleggia, più o meno esplicitamente, in molta letteratura dedicata al 16 ottobre 1943 (in primis l’omonimo libro di Giacomo Debenedetti). Di “Elena la Matta”, che però “matta” non lo era per niente, si sapeva però finora troppo poco. E quel poco era spesso confuso e frammentato. A restituire un’identità a questa figura iconica dell’ebraismo romano arriva ora il saggio La matta di piazza Giudia (ed. Giuntina), a cura del funzionario archivista Gaetano Petraglia.
L’autore la segue dall’inizio alla fine della sua breve vita, dalla gioventù nell’ex Ghetto fino alla deportazione ad Auschwitz-Birkenau. Tra questi due estremi i ricoveri nell’ospedale psichiatrico, gli scontri con le squadracce fasciste, l’esperienza del confino. Il ritorno a Roma e il suo estremo tentativo, alla vigilia del 16 ottobre, di mettere in guardia dal pericolo incombente sulla Comunità. La storia, nel suo intero dipanarsi, di “una battaglia di resistenza personale che non si arrestò con i quattro ingiusti ricoveri in manicomio, disposti strumentalmente per reprimere il suo dissenso nei confronti dei soprusi del regime fascista, né con l’emarginazione sociale che ad essa seguì”, e neppure “con la persecuzione razziale e il terrore nazista”.
Una ricerca che inizia oltre dieci anni fa quando Petraglia, incaricato di censire gli archivi comunali della Basilicata, si trovò tra le mani alcuni fascicoli intestati a confinati politici e comuni e internati ebrei. La quasi totalità di loro stranieri. Tranne un nome, quello di questa giovane donna ebrea. Da allora, scrive, quel nome “iniziò a ronzarmi insistentemente in testa per diversi mesi, fino a quando decisi di ritornare in archivio e approfondire”. Approfondimento che l’ha portato a consultare numerose carte e ad interagire con i familiari, componendo così i vari tasselli di questo mosaico.
Il libro è stato presentato quest’oggi nell’ambito del festival romano Più libri più liberi. Assieme all’autore, moderati da Marco Di Porto, sono intervenuti anche Claudio Procaccia e Vanessa Roghi. L’incontro è stato organizzato dall’editore in collaborazione con il Centro di Cultura Ebraica e con Il Pitigliani.