Il ruolo della Corte Suprema d’Israele,
il confronto dentro e fuori la Knesset

Yariv Levin è il nuovo speaker della Knesset. Seppur per un tempo limitato. A nominarlo la nuova maggioranza del parlamento israeliano con la previsione che, al momento del giuramento del nuovo governo, sarà sostituito da un altro membro della coalizione guidata dal Premier incaricato Benjamin Netanyahu. A Levin poi dovrebbe infatti essere affidato un incarico ministeriale. Nella discussione alla Knesset in occasione della sua nomina, Netanyahu ha replicato alle accuse dell’opposizione di voler trasformare la democrazia israeliana. In particolare il leader del Likud si è soffermato sulle contestazioni emerse dopo la diffusione su una emittente televisiva – il Canale 12 – della notizia che il partito haredi Yahadut HaTorah starebbe facendo pressione perché vengano applicati nella sfera pubblica provvedimenti legati alla religione. Tra gli esempi fatti, lo spegnimento delle centrali elettriche del paese durante lo Shabbat e un ampliamento delle divisioni tra uomini e donne nelle spiagge pubbliche. “C’è e ci sarà la produzione (di elettricità) durante il sabato. Ci sono e ci saranno spiagge per tutti”, ha garantito Netanyahu. Rivolgendosi all’opposizione ha poi aggiunto: “Dovete accettare la decisione del popolo… Manterremo lo status quo, Israele non sarà uno Stato halachico (Legge ebraica). Manterremo il percorso della destra liberale”.
Nel frattempo la maggioranza non ha perso tempo e ha fatto approvare in via preliminare quattro proposte di legge: una per permettere al leader di Shas Arye Deri di essere nominato ministro e superare l’ineleggibilità legata a una condanna per frode; la seconda e la terza per ampliare i poteri dei futuri ministri della Pubblica Sicurezza e delle Finanze, i leader dell’estrema destra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich; la quarta per aumentare il numero di parlamentari che possono lasciare la lista con cui sono stati eletti per formarne una nuova (dagli attuali quattro a sette). Altra modifica che la coalizione guidata da Netanyahu potrebbe porre in calendario è quella legata alla Corte Suprema. Una infatti degli obiettivi della nuova maggioranza è l’introduzione della clausola di superamento. Un provvedimento che permetta alla Knesset di superare eventuali pronunce di incostituzionalità riapprovando la norma bocciata dalla Corte con una nuova approvazione a maggioranza semplice (61 su 120 voti in parlamento) della stessa. Si tratta di un innovazione considerata da molti analisti controversa e contestata anche dall’ex Presidente d’Israele Reuven Rivlin perché modificherebbe gli equilibri tra i poteri.
In un recente editoriale su Maariv, il giornalista conservatore Kalman Liebskind evidenziava come la proposta di introdurre la clausola di superamento fosse stata promessa in campagna elettorale dai vari partiti del blocco guidato da Netanyahu. Ora che questi partiti hanno conquistato la maggioranza, scriveva Liebskind, è comprensibile che vogliano portare avanti questa riforma annunciata. Non solo, dalla loro parte avrebbero la maggioranza del paese, almeno di chi è andato al voto. Secondo però i dati dell’Israel Democracy Institute, la situazione non è così lineare. In un recente sondaggio, alla domanda sulla proposta di clausola di annullamento, – come in indagini precedenti – l’Istituto ha riscontrato “che la maggioranza degli israeliani ritiene che la Corte Suprema debba avere l’autorità di annullare le leggi approvate dalla Knesset se sono in conflitto con le leggi fondamentali di Israele”. Un’opinione che ha al suo interno alcune differenze significative. “Una grande maggioranza di ebrei laici sostiene questo principio, – spiega l’ente che si occupa di ricerche sulla società israeliana – mentre solo una piccola minoranza di ebrei Haredi è d’accordo”. Rispetto agli orientamenti politici, il potere della Corte Suprema è sostenuto a sinistra dall’85 per cento degli intervistati, dal 74 per cento di chi si posiziona al centro, mentre la destra è maggiormente divisa. Il 41 pensa che i giudici debbano avere il potere di annullare eventuali norme della Knesset considerate incostituzionali, mentre il 49 è contrario. Divisioni importanti che accompagneranno le discussioni di questa nuova legislatura a forte trazione a destra.

dr