Pensare domani

Non so quanto domani abbiano di fronte a noi. Non mi sembra moltissimo. La cosa significativa è che questo processo non è avvenuto improvvisamente e per certi aspetti era anche molto prevedibile. Manca la responsabilità di pensare domani, perché l’occhio e la mente sono volti a soddisfare l’oggi.
Con sarcasmo l’aveva descritto puntualmente Italo Calvino in una delle sue «Città invisibili – per la precisione si tratta di «Leonia» descritta nel VII capitolo di quel libro. Il titolo di quello schizzo, due pagine tanto dense quanto icastiche, è «Le città continue.1.» (per chi avesse voglia di sprecare due minuti a leggere).
A cinquant’anni di distanza – «Le città invisibili» per la prima volta è pubblicato nel 1972 quando ancora non era nemmeno intuibile il primo shock petrolifero dell’ottobre 1973 – siamo ancora a credere nei miracoli o rivendicare virtù che altri non avrebbero avuto. Il problema è che gli altri di cui sottolineiamo con insistenza le insufficienze, non siamo altri che noi.

David Bidussa, storico sociale delle idee

(18 dicembre 2022)